Con due euro il Vaticano celebra il centenario della nascita di Giovanni Paolo II. Anche altre monete per Beethoven, il Battesimo e la costituzione conciliare “dei verbum”
Ad alcuni Paesi dell’Est (Polonia, Slovacchia, e Romania, ai quali a modo suo si è unita la Germania) non è sfuggito che il 18 maggio 1920 a Wadowice, Polonia, nasceva Karol Wojtya. Chi non ha mosso un dito è stata la filatelia vaticana. Colpa del Coronavirus? Può darsi. Anche se così fosse l’assordate silenzio intorno all’emissione postale del Vaticano in onore di Giovanni Paolo II, peraltro programmata, non trova alcuna valida giustificazione. Il grande papa polacco, e con esso il mondo del collezionismo filatelico, meritavano maggiore attenzione e rispetto.
Non se ne è stato invece con le mani in mano l’ufficio filatelico e numismatico vaticano, il quale appena ha potuto – e una volta tanto in largo anticipo sulla data di emissione – ha reso noto che il 23 giugno inizierà a distribuire la moneta da 2 euro celebrativa dei cento anni della nascita di Giovanni Paolo II.
Una moneta, va detto, superbamente modellata da Gabriella Titotto e incisa da Maria Angela Cassol. Al centro campeggia un intenso ritratto di papa Wojtyla, a sinistra la cattedrale di Wadowice dove fu battezzato, a destra la casa natale. Il complesso architettonico è sormontato da una stella a otto punte, simbolo della Vergine Maria, alla quale il Papa fu molto devoto e dedicò il suo pontificato. La stessa stella – fanno presente in Vaticano – è anche il sole, parzialmente oscurato da un’eclissi sia il giorno della nascita, infatti, che in quello del funerale, si verificò un’eclissi solare, coincidenza davvero straordinaria; nella simbologia cristiana il sole è la suprema allegoria di Cristo, rappresentazione fisica del concetto di divinità e di verità. Il rametto di alloro, infine, è in riferimento alla gloria dei Santi e alla vittoria: nell’arte paleocristiana la corona d’alloro circondava il Chrismon, in monogramma di Cristo”.
Due le versioni di questa bella e semplice moneta, carica di simbologie, peraltro proposte con grande chiarezza e leggibilità: in fior di conio e in fondo specchio: Alla fonte, cioè l’Ufficio filatelico e numismatico vaticano, si possono avere rispettivamente avere a 18 e a 37 euro.
Nella stessa data del 23 giugno, il Vaticano propone un pacchetto in interessanti e, in un caso, costose monete. Si comincia col 5 euro bimetallico chiamato a celebrare, attraverso le immagini modellate da Orietta Rossi e incise da Maria Carmela Colaneri, i 250 anni della nascita di Ludwig van Beethoven. L’immagine è costituita dal volto del musicista ripresa dal ritratto di Joseph Karl Stieler nel 1820, mentre lo pentagramma sullo sfondo è tratto dallo spartito della celebre composizione “Per Elisa” risalente al 1810.
Accanto a queste monete in “vil metallo”, quelle fuse nel luccicante e prezioso oro. Quella da 10 euro, pesante 3 grammi e venduta a 195 euro, rimanda al battesimo e si ricollega ad altre emissioni sullo stesso tema. Dovuta alla sensibilità di Cristina De Giorgi (dell’incisione si è occupata Claudia Monomi) propone una originale e delicata rappresentazione del battesimo: il volto di Gesù, poggiato su un flusso di acqua e sormontato allo Spirito Santo. Una moneta non solo dalla gradevole figurazione, ma anche adatta – quando riprenderanno i battesimi – ad essere donato ai nuovi nati che col battesimo che purifica dal peccato originale entrano nella Ecclesia, la comunità cristiana.
Il 18 novembre 1965 Paolo VI promulgò – lo ricorda l’areo da 100 euro, realizzato con 30 grammi d’oro, battuta in 799 esemplari e per avere il quale occorre disporre di 1.750.000 euro – la costituzione del Vaticano II “Dei Verbum”, sulla Divina Rivelazione e la “Sacra Scrittura” (la parola di Dio). “Fa riferimento – precisano all’ufficio filatelico e numismatico vaticano – sia alla Parola di Dio, ovvero la Sacra Scrittura, sia alla figura di Gesù Cristo, il Verbo di Dio, e la denominazione del documento è tratto dall’incipit del documento stesso”.
Gabriella Titotto, la medaglista alla quale si deve il modello della moneta incisa da Silvia Petrassi, ha sintetizzato il contenuto della costituzione conciliare Cristo, figura cardine e compimento della Divina Rivelazione, raffigurato nella tradizionale iconografia del Cristo benedicente. Lo spirito Santo raffigurato come proveniente e inviato da Gesù stesso sovrasta, guida e protegge la Chiesa, simboleggiata dalla barca agitata dalle onde del mare in tempesta. Fanno da sfondo i Dodici apostoli, sui quali si fonda per mandato divino la Chiesa, e dai quali viene la trasmissione del Vangelo a tutte le generazioni.
In tutti e quattro i casi le monete presentano al diritto lo stemma di Francesco, il quale qualche hanno fa ha ritenuto di togliere dei coni monetati e medagliati il proprio ritratto. Quello del 100 euro si differenzia dai restanti per una elaborazione particolare che comprendere quasi i simboli dei quattro Evangelisti.