Tra le numerose attività di questa Fase due che hanno potuto finalmente riaprire al pubblico ci sono anche i musei. Non tutti hanno potuto e/o voluto farlo dal primo giorno di via libera (lo scorso 18 maggio): le restrizioni e le nuove regole d’accesso impediscono un ritorno alla normalità. Ogni istituzione si è dovuta così adattare ai necessari parametri governativi per garantire una fruizione sicura dei propri spazi e delle proprie opere. Ma non è solo il distanziamento sociale la sfida dei nostri musei, molti altri aspetti dovranno essere ripensati, ricalibrati, cambiati. Ne abbiamo parlato con Vicente Todolí, direttore artistico di Pirelli HangarBicocca.
– Com’è stato finalmente riaprire il museo al pubblico? Prime impressioni e feedback dalla ripartenza.
Pirelli HangarBicocca è stata tra le prime istituzioni museali di Milano a riaprire e siamo felici di riaccogliere i nostri visitatori nuovamente nei nostri spazi. Abbiamo lavorato per garantire una visita senza rischi, mantenendo gli standard di sicurezza e la ripartenza è stata accolta da un buon numero di visitatori, che aumentano di giorno in giorno. Le prime settimane sono state una prova generale con orari ridotti, dal sabato alla domenica, per valutare le nuove modalità di accesso, la gestione dei flussi e la risposta dei visitatori, e ora siamo pronti poco a poco a tornare ai consueti giorni di apertura.
– Come si può ripensare l’idea di accessibilità? Come cambierà il rapporto tra museo e fruitore? Come sono organizzate le “nuove” visite nel suo museo? Come saranno rimodulati gli spazi e il percorso espositivo?
Per i musei si tratta di una sfida importante, l’obiettivo è trovare un connubio tra la fruizione delle opere e la sicurezza del visitatore. L’esperienza estetica non diminuisce – anzi – al contrario – ma quella sociale praticamente scomparirà, le visite saranno più solitarie, sicuramente. Bisogna adattarsi e trovare soluzioni per ogni genere di mostra, come quelle con video e media digitali, in cui non si possono più condividere le cuffie e le sedute. In Pirelli HangarBicocca gli ampi spazi della struttura, che si estende con uno sviluppo orizzontale di 15 mila metri quadrati, si prestano al mantenimento del distanziamento sociale. Gli ingressi sono contingentati e separati per entrata e uscita per evitare assembramenti. L’esperienza di visita, tuttavia, non ha subito cambiamenti radicali e anche per questo i visitatori si sono dimostrati preparati e rispettosi delle nuove norme di sicurezza.
– Meno numeri, più valore. Meno quantità, più qualità. Radicalizzazione sul territorio e rapporto con la comunità di cui fanno parte. Come sarà il nuovo museo d’arte (sia in senso lato che in senso stretto della sua istituzione)?
Il ruolo dei musei non cambierà, ma i mezzi cambieranno, almeno temporaneamente. Nonostante le restrizioni e le limitazioni contingenti, non ci dovrebbero essere meno attività espositive, ma bisogna affinare l’ingegno e sviluppare progetti che puntino sulla qualità e sulla durata, per dare il tempo di essere visti da più persone. In Pirelli HangarBicocca abbiamo prolungato la mostra di Cerith Wyn Evans fino al 26 luglio e quella di Trisha Baga, che aveva aperto poco prima della quarantena, fino al 10 gennaio 2021. La riapertura dell’istituzione è un segno del lento ritorno alla normalità del territorio di Milano ed è un invito a ricominciare proprio dalle attività culturali e dalle visite ai musei. Per il momento gli eventi, come talk, performance e concerti, che accompagnano da sempre le nostre esposizioni, le visite guidate e i laboratori per bambini in loco sono temporanemente sospesi. Tuttavia stiamo ripensando e organizzando queste esperienze con nuove modalità, come laboratori e visite in streaming ogni settimana.
– L’utilizzo della comunicazione digitale e della condivisione di progetti online è stato cruciale, ma è parso altresì evidente che la fruizione fisica delle opere, degli ambienti, delle architetture non è in alcun modo sostituibile. Come possono essere integrate al meglio questi due livelli in modo che le specificità del digitale siano sfruttate come una ulteriore proposta museale?
In un museo l’esperienza fisica è essenziale e il digitale deve essere uno stimolo, non un sostituto. Per i progetti e le attività intorno alle mostre è stato sicuramente cruciale in questi mesi. Kids Live, con i laboratori in streaming, e i Live Tour, le visite guidate attraverso le Street View di Google Art&Culture, servono per rimanere in contatto con la nostra comunità e continuare a offrire i nostri servizi. Il nostro palinsesto digitale, raccontato con l’hashtag #ArtToThePeople, era già ricco e diversificato prima della chiusura, con contenuti inediti, video di backstage, interviste e le Street View di Google Art&Culture, ma è stato arricchito durante la quarantena. I nuovi progetti lanciati continueranno anche in futuro e sono in cantiere idee inedite e ulteriori evoluzioni digitali. Il progetto #Playlists sul nuovo profilo Spotify di Pirelli HangarBicocca è stato accolto con successo e ha dato modo ai nostri utenti di scoprire gli orizzonti sonori dei nostri artisti, mentre sui nostri canali social i video del progetto #HangarVoices hanno dato voce a pensatori, artisti e curatori che negli ultimi dieci anni sono stati protagonisti dei progetti espositivi e culturali dell’istituzione. Non abbiamo pensato a commissioni specifiche, ma abbiamo voluto lavorare fin dall’inizio con gli artisti che abbiamo in mostra in questo momento, in modo da garantire continuità con il programma espositivo. Per esempio, in collaborazione con l’artista Trisha Baga abbiamo pubblicato il primo video da lei realizzato, There’s No “I” in Trisha (2005-2007), diviso in tre puntate, come se fosse una serie tv. In futuro la nostra programmazione digitale proseguirà in parallelo con quella espositiva, arricchendola con contenuti, approfondimenti e offerte che fungano da stimolo per i nostri visitatori.
-Il governo sembra un essersi un po’ dimenticato delle istituzioni e dei professionisti del mondo dell’arte nonché degli artisti. L’attenzione è sempre parsa più rivolta al mondo dello spettacolo. Lei ritiene che si sia fatto abbastanza per aiutare anche il complesso e variegato panorama museale e i relativi lavoratori? Dal suo punto di vista, di cosa ci sarebbe bisogno?
Avendo trascorso la quarantena in Spagna, non posso parlare delle politiche del governo italiano. In generale è evidente che si tratta di una situazione insostenibile per i musei pubblici, trasformati in aziende che dipendono sempre più dalla bigliettazione e a cui mancano fondi statali per poter resistere in questo periodo storico. Questo sistema ha consentito una maggiore libertà di movimento delle singole istituzioni, ma le ha rese dipendenti dai grandi numeri di visitatori e da eventuali instabilità. Gli stati, che durante la crisi del 2008 hanno salvato le banche, così oggi dovrebbero salvare la cultura in tutte le sue forme e garantire il benessere dei cittadini. Dovrebbero quindi privilegiare quelle istituzioni che versano in crisi in questo momento e trovare con loro soluzioni per garantirne la sopravvivenza. Nel medio-lungo termine bisogna ripensare le formule di finanziamento pubblico per la cultura e forse considerare una presenza maggiore dello stato.
Cerith Wyn Evans – “….the Illuminating Gas”
a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí
fino al 26 luglio 2019
Trisha Baga – the eye, the eye and the ear
a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli
fino al 10 gennaio 2021
Via Chiese 2, 20126, Milano
www.pirellihangarbicocca.org
info@hangarbicocca.org
T (+39) 02 66 11 15 73