Wannenes questa settimana ha in calendario tre giornate di vendite (23-25 giugno) a Genova. Spicca Federico Zandomeneghi
Le aste spaziano dai dipinti agli arredi e sculture oltre agli argenti che sono battuti solo online (dal 22 giugno al 2 luglio). Brilla un olio di Federico Zandomeneghi, il ritratto di “Marthe” del 1913, originariamente proveniente dalla collezione Durand-Ruel. Stima 80 – 100 mila.
Arredare con gioioso decoro
Si parte con “ARREDI SCULTURE E OGGETTI D’ARTE” che saranno esitati in due tornate tra oggi e domani, 24 giugno. Spicca un corpus di oggetti provenienti da una prestigiosa collezione milanese, raccolti con eclettico gusto per esaltare la grande decorazione, tra un grandioso fasto tardo barocco, un grazioso artificio rococò e un’olimpica misura neoclassica.
A partire da una gruppo in marmo raffigurante la “Vanitas” del XVIII – XIX secolo, e da una coppia di sculture veneziane settecentesche in legno laccato e dorato, raffiguranti servi mori su una base rocciosa che ancora testimoniano una forza e un entusiasmo plastico tipico del virtuosismo di un Seicento assai vicino al secolo del Lumi. Coeve e sempre provenienti dalla Serenissima, un’elegante coppia di poltrone in legno intagliato con impianto mistilineo ornato a decoro floreale policromo.
Di gusto neoclassico una coppia di vasi napoletani dell’atelier Giovine del 1823 biansati e decorati, probabilmente con ritratti di Francesco I di Borbone, reggente del Regno delle Due Sicilie e Maria Isabella di Borbone, e un tavolo da centro impiallacciato in legno di mogano del XIX – XX secolo, con piano circolare in marmo verde supportati da slanciate figure muliebri all’antica in bronzo dorato.
Il grande storico dell’arte inglese John Pope Hennessy, che visse a Firenze in una bellissima casa affacciata sul Ponte Vecchio, sosteneva il rapporto con gli oggetti è più costante che con gli uomini (gli oggetti non cambiano mai natura e non diventano noiosi). Il collezionismo non è altro che un’attività culturale complessa, alimentata da una passione onnivora di conoscenza che come sosteneva Baudelaire alimenta “La mia grande, la mia unica, la mia primitiva passione è glorificare il culto delle immagini”.
Le opere d’arte segnano l’evolversi del gusto, che in una casa diviene una personale wunderkammer delle meraviglie. In fondo è nello stupore della scoperta la scintilla che rende imperioso e inarrestabile l’incendio di una passione che in alcuni casi diviene ossessione di una bellezza salvifica.
Dipinti antichi. Iconici senza tempo
Giovedì 25 sarà il turno dei “Dipinti antichi e del XIX secolo“. Sandro Bettagno, grande storico dell’arte veneta, a proposito della visione di un dipinto amava ripetere: “Nei quadri uno vede quello che sa”: per il collezionista è sempre intrigante la ricerca delle fonti, dei documenti, delle precedenti attribuzioni.
Ciò non toglie l’incertezza, ma è sufficientemente appagante. È un viaggio che inizia con il rispetto delle regole auree di qualità, provenienza e stato di conservazione, alla quale se ne aggiunge una quarta – nata da una società della visualità globale come è quella contemporanea – che chiede che l’opera sia iconica, ovvero che raccolga in sé il maggior grado di riconoscibilità espressa al livello più alto che dell’artista si conosca.
Nella vendita in arrivo tre opere soddisfano tali requisiti, tanto ricercati da un nomadismo collezionistico che premia sempre di più l’inedita originalità.
Il primo è una grande tela raffigurante il “Trionfo di Nettuno e Anfitrite” di Filippo Napoletano (Teodoro Filippo di Liagno [Napoli/Roma? 1589 – Roma, 1629]), dove l’artista rielabora le suggestioni manieristiche di Jacopo Zucchi in chiave teatralmente barocca.
Il secondo è un modelletto dello “Sposalizio della Vergine di Carlo Maratti (Camerano, 1625 – Roma, 1713) per pala d’altare andata dispersa della cappella Alaleona nella chiesa di Sant’Isidoro a Roma, che fu interamente decorata dal maestro tra il 1652 e il 1656 per conto di Flavio Alaleona.
La terza, infine, è un’intensa “Santa Caterina” di Giovan Battista Boncori (Campli, 1633 – Roma, 1699), migliore allievo di Pier Francesco Mola, artista capace di coniugare un delicato naturalismo dagli accenti bolognesi e neo-veneti ad un’elegante classicismo di influsso marattiano.
Marthe, Paul Durand-Ruel & Zandomeneghi
Infine nel catalogo dedicato ai dipinti del XIX secolo spicca su tutti il ritratto di “Marthe” del 1913, originariamente proveniente dalla collezione Durand-Ruel, di Federico Zandomeneghi.
Paul Durand-Ruel e l’Impressionismo sono una cosa sola. La sua galleria londinese a New Bond Street era il paradigma di quella irrefrenabile stagione dove progresso, benessere e joie de vivre delle classi più agiate dette modo ad artisti mondani, eclettici ed estrosi di rappresentare la bellezza nella maniera più smagliante sfarzosa possibile. Negli oltre trent’anni che vanno tra il 1891 e al 1922 comprò 12.000 opere di artisti celeberrimi oggi allora derisi, tra le quali 1.500 Renoir 1.000 Monet, 800 Pissarro, 400 Degas, 200 Manet, e tante opere di Sisley, Cézanne e molti altri.
Quando sbarcò a New York nel 1886, seppur in bancarotta, aveva portato da Parigi 43 casse di opere che vendette in poche settimane, e nel 1887 quando aprì la galleria nella Fifth Avenue era già una figura leggendaria nella sua visionaria follia.
Determinato e ambizioso, fu capace di inventare la figura del gallerista contemporaneo che ancora conosciamo oggi, a partire dall’esclusiva degli artisti, la creazione di una rete globale di relazioni tra Europa e Stati Uniti, l’ingresso gratuito, volumi illustrati e cataloghi ragionati, con introduzioni di scrittori del calibro di Stéfane Mallarmé ed Emile Zola.
È di grande prestigio quindi che “Marthe”, un ritratto femminile di Federico Zandominighi del 1913, proveniente dalla collezione Durand-Ruel venga esitato nell’asta di Dipinti del XIX secolo del 25 giugno. Una figura ieratica e silente che guarda diretta lo spettatore come a stabilire un legame seduttivo con la modernità di un secolo che la vedrà consapevole ed emancipata.
Altri top lot:
ARREDI SCULTURE E OGGETTI D’ARTE
23 – 24 giugno 2020
23 GIUGNO 2020
Tornata 1 ore 15:00
lotti 1 – 256
24 GIUGNO 2020
Tornata 2 ore 15:00
lotti 257 – 521
DIPINTI ANTICHI E DEL XIX SECOLO
25 giugno 2020
ore 14:30
Wannenes
Palazzo del Melograno
Piazza Campetto, 2