Il Caravaggio cult di Derek Jarman torna al cinema in versione restaurata, in sala dal 16 luglio
Regista e pellicola cult (davvero, non tanto per dire): Caravaggio di Derek Jarman (Sebastiane, Blue) torna al cinema in una nuova versione restaurata, dal 16 luglio con Movie Inspired. Presentato al Festival di Berlino 1986, dove vinse l’Orso d’Argento, ha donato al regista la fama mondiale, inaugurando la collaborazione con Channel4 e Tilda Swinton (che sarà poi in altri 9 film del regista britannico).
Mancato nel 1994, Jarman è stato una figura poliedrica che ha saputo muoversi in maniera brillante nei diversi ambiti della cultura visuale (e non solo): è stato sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore, scenografo, scrittore e pittore; un cineasta centrale per tutta la scena cinematografica inglese contemporanea e per il cinema queer.
Con Caravaggio il regista ha dato vita a un’opera sensuale e originale, riuscendo a raccontare la storia di Michelangelo Merisi attraverso immagini sorprendenti con cui le opere dell’artista hanno letteralmente preso vita. Un progetto tormentato, nato da una gestazione lunga sette anni, la sceneggiatura riscritta 17 volte.
Jarman, prendendosi libertà poetiche, imposta la narrazione sul triangolo amoroso tra Caravaggio (Nigel Terry), Lena (Tilda Swinton) e Ranuccio (Sean Bean) e sull’impiego da parte dell’artista di gente di strada, ubriachi, prostitute come modelli per i suoi quadri intensi, generalmente religiosi. Ma quello che gli interessa non è la veridicità storica, ma l’essenza artistica: nella sua pellicola prendono vita i contrasti, le luce, la materia e i tormenti della pittura che hanno consacrato Caravaggio come uno degli artisti più amati di sempre e che, contemporaneamente, l’hanno portato sulla via dell’autodistruzione.
Il cineasta riattualizza lo scenario in cui si muovo in protagonisti unendo elementi contemporanei con ambientazioni storiche: troviamo Caravaggio in un bar con luci elettriche, in sottofondo un telecronaca sportiva, spuntano una calcolatrice e una macchina da scrivere. Il film si muove per suggestioni. La vita di Caravaggio è messa in scena con una successione di tableau vivant anacronistici, metafisici, allusivi e misteriosi.
Scenografie essenziali e teatrali, di fortissimo impatto e di grande audacia, uno sguardo ironico in cui la satira non risparmia i protagonisti: il Caravaggio di Derek Jarman non vuole essere una biografia fedele, ma un omaggio sincero e geniale all’intima natura che ha trasformato l’artista in una leggenda, regalandolo all’immortalità del tempo.