Ogni mostra che lo espone diventa un successo, il romanzo ispirato a un suo dipinto è un bestseller, il film omonimo ha portato alla ribalta Scarlett Johansson. Cosa rende Jan Vermeer tanto speciale ai nostri occhi? Pittori, galleristi, scrittori e fotografi provano a spiegarlo nel documentario di Rai Cultura L’occhio del pittore.
Sono molti gli artisti, e non solo, che indicano tra le fonti d’ispirazione il maestro olandese Jan Vermeer (Delft, 1632-1675). Tra loro, Tracy Chevalier, autrice del best seller ispirato alla Ragazza con l’orecchino di perla (1665-1666), da cui è stato tratto il film di successo interpretato da Scarlett Johansson. E ancora, Steve McCurry, che dal pittore ha tratto le sue note “inquadrature”. Queste due personalità, unite tra le altre a quelle di Alain de Botton, Otto Naumann e Thomas Kaplan, raccontano l’influenza del pittore del 17esimo secolo di cui restano, oggi, 36 dipinti.
Attraverso la tecnica del pointillé, che consiste nell’applicare sulla tela il colore a punti piccoli e ravvicinati, Vermeer otteneva colori trasparenti e una resa estremamente vivida. Il pittore inglese David Hockney, nel libro Il segreto svelato, sostiene che Vermeer facesse uso della camera oscura per definire l’esatta fisionomia dei personaggi raffigurati e la precisa posizione degli oggetti nella composizione dei dipinti. Questa tesi giustificherebbe la mancanza dei disegni preparatori.