Letizia Battaglia – Shooting the mafia, il documentario di Kim Longinotto arriva nei cinema italiani dal 16 luglio. Clip in esclusiva per Artslife
La vita e la carriera di Letizia Battaglia, la prima fotoreporter italiana, arriva finalmente nei cinema dal 16 luglio col documentario di Kim Gordon, Shooting the mafia. Mentre l’opera di Letizia Battaglia è celebrata con mostre in tutta Italia, da Milano a Firenze, da Napoli a Palermo, esce in sala il documentario che ci accompagna alla scoperta della sua incredibile vita.
Quella di Letizia Battaglia è la storia di un’indomabile siciliana che ha sfidato l’autorità maschile, la cultura e la società pervase dalla mafia.
Shooting the mafia si snoda in un racconto intimo e privato, partendo dalla giovinezza di Letizia Battaglia fino ad arrivare al suo impegno nel documentare i morti di mafia. Nel documentario le immagini d’archivio si fondono in un racconto di lotta e libertà, sempre in nome dell’impegno civile, politico e personale, in cerca di una libertà che passa per il sogno di una Sicilia sciolta dalle catene della mafia.
Letizia Battaglia, palermitana, fotoreporter per il quotidiano L’Ora. Una vita vissuta senza schemi: dalla fotografia di strada, per documentare i morti di mafia, all’impegno in politica, Letizia Battaglia è stata una figura fondamentale nella Palermo e nell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta. Intrecciando interviste e testimonianze d’archivio, Kim Longinotto racconta la vita di un’artista passionale e coraggiosa, mostrando non solo un’esistenza straordinaria e anticonformista, ma anche uno spaccato di storia italiana.
«Sono stato salvata dalla fotografia. Ero una donna giovane, intelligente, disperata. Il mio incontro con la fotografia mi ha permesso di esprimere i miei pensieri, la mia ribellione, il mio impegno sociale e politico».
– Letizia Battaglia
“La mia vita è stata una lotta senza saperlo”. Classe 1935, Letizia si sposa presto, a 16 anni, ha 3 figlie, e inizia a lavorare come giornalista solo dopo il divorzio, nel 1971. Prende in mano una macchina fotografica quando scopre che avrebbe potuto vendere meglio i suoi articoli se accompagnati da immagini. Nasce così, per necessità, la sua passione per la fotografia. Nel 1974, dopo un periodo a Milano con il fotoreporter Franco Zecchin, torna a Palermo per lavorare per il giornale di sinistra L’Ora, fino alla sua chiusura nel 1990.
Nel corso della sua carriera Letizia Battaglia ha scattato quasi 600.000 fotografie per L’Ora. Negli anni ’90 ha documentato la feroce guerra interna della mafia e il suo violentissimo impatto sulla società civile trovandosi, a volte, sulla scena di quattro o cinque diversi omicidi in un solo giorno.
Molti dei suoi scatti sono diventate immagini iconiche che rappresentano la Sicilia e la mafia in tutto il mondo. Le sue fotografie sono state descritte dal New York Times come “Raccapriccianti, inquietanti, tragiche e, spesso, dolorosamente poetiche”.
Nel 1985 ha ricevuto il premio Eugene Smith e nel 1999 il Mother Johnson Achievement for Life mentre, nel 2007, è stata premiata con l’Erich Salomon-Preis, un premio alla carriera della Deutschen Gesellschaft für Photographie (DGPh) uno dei premi più prestigiosi in Germania. Nel 2009, infine, le è stato assegnato il Cornell Capa Infinity Award dall’International Center of Photography di New York.
Letizia Battaglia ha recentemente concentrato le sue energie nel ruolo di direttore del Centro Internazionale di Fotografia, il primo museo di Palermo dedicato alla fotografia, aperto nel novembre del 2017.
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