Dal 22.06 al 31.07.2020 sulla pagina Instagram di State Of____
https://www.instagram.com/stateof_____/?hl=it
Internet oggi ha assolto in parte a uno dei suoi compiti: avvicinare creando connessione e partecipazione. Il distanziamento sociale è in qualche modo stato neutralizzato grazie alla rete e alle sue infinite possibilità. Collettivamente l’approccio alla condivisione è diventato più partecipativo, più attivo. Questo ha permesso di colmare distanze, di lavorare e di rimanere in contatto. Le persone, attraverso il mezzo digitale, creano la propria realtà, rendendosi attori e spettatrici allo stesso tempo, come performer, in equilibrio tra quello che più o meno esplicitamente è indotto e lo scettro di possibilità offerto da una fruizione più o meno consapevole dello strumento.
La pandemia, e la relativa obbligata quarantena, ha acuito la percezione della sicurezza online e offline che, nell’immaginario comune, viene data per scontata. Le circostanze rimangono tali fino a quando un evento imprevisto ci colpisce in prima persona, o collettivamente, rendendoci inaspettatamente vulnerabili, e costringendoci a riprogettare la nostra comfort zone.
Improvvisamente, ci siamo ritrovati a ridefinire gli spazi e le condizioni in cui riconcepire una sensazione di sicurezza. Costruiamo costantemente bolle, sia nella realtà fisica che in quella virtuale, plasmate da pellicole osmotiche. La nostra condizione fisica ha inevitabilmente condizionato aspetti psicologici nascosti o di cui non eravamo neanche a conoscenza. Questi slittamenti della realtà sono in qualche modo già stati vissuti online con la diffusione di attacchi informatici, virus, che velocemente hanno cambiato la sensazione di sicurezza della nostra vita sul web.
La riflessione che si vuole proporre verte sulla ricontrattazione continua della sensazione di sicurezza online e offline e della loro reciproca influenza. Il digital Code è inteso come uno strumento che genera password temporanee, necessario per gestire operazioni in sicurezza. Sfruttando le potenzialità del mezzo digitale, l’artista utilizza o crea un suo codice per salvaguardare la propria cybersecurity, un portale virtuale o una password segreta, un antifurto per il suo futuro o un simbolo che si prenda cura di sè e di tutti i propri beni digitali, per far diventare ancora più ottimale la sua navigazione sul web e, volendo, quella di tutti gli altri.