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Lee Krasner e la forza del cambiamento: la mostra al Guggenheim Museum di Bilbao

Lee Krasner, Siren 1966 Hirshhorn Museum and Sculpture Garden Smithsonian Institution © The Pollock-Krasner Foundation Photo by Cathy Carver
Lee Krasner, Siren, 1966, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Smithsonian Institution © The Pollock-Krasner Foundation Photo by Cathy Carver

Il Guggenheim Museum di Bilbao presenta Lee Krasner. Living Color. La prima grande retrospettiva europea sull’artista pioniera dell’Espressionismo Astratto è in programma dal 18 settembre 2020 al 10 gennaio 2021.

Ogni esperienza deve giungere al suo termine. Ogni spinta, per quanto esuberante, finisce con il tempo per perdere efficacia e mordente. Soprattutto nel fare artistico, dove all’impronta concettuale è sempre da aggiungersi una certa componente umorale, bisogna contemplare una certa oscillazione, perentori abbandoni e repentini ritorni. All’insegna di questa dinamicità ha operato Lee Krasner (1908–1984), esponente femminile dell’Espressionismo Astratto e, anche per questo, incline alla mutevolezza delle forme.

A mettere ordine e organicità nella multiforme produzione dell’artista se ne occupa il Guggenheim Museum Bilbao, che dal 18 settembre 2020 al 10 gennaio 2021 presenta Lee Krasner. Living Color. La retrospettiva affonda alle radici del suo stile caratterizzato da un incessante reinvenzione ed esplorazione. Dai primi autoritratti ai dipinti di vita quotidiana, dalle Little Images degli ultimi anni ’40 alle opere monumentali dei primi anni ’60. Un’ostinata ricerca in direzione contraria all’omologazione e alla ripetizione che ha condotto Krasner ha trovare la propria voce fuori dal coro. Quel che ne risulta è un compendio di opere mai esposte in Europa, utili a ricostruire l’opera e la vita – segnata profondamente dalla morte del compagno Jackson Pollock nel 1956 – dell’artista.

Penso che i miei dipinti siano molto autobiografici se solo qualcuno si prendesse la briga di leggerli

 

Lee Krasner

Il Guggenheim di Bilbao ci prova e propone un percorso cronologico, che prende il via da una fase di analisi personale dell’artista, tradotta in immagine grazie all’autoritratto. Successivamente, influenzata da artisti come Hans Hofmann e George Bridgman, Krasner ha sperimentato il collage avvicinandosi allo stile cubista. Durante la Grande Depressione, dipinse murales e si avventurò sostanzialmente priva di riferimenti verso l’astrattismo, uno stile ancora impopolare negli anni ’30 e ’40. Fu così fino a che non entrò in contatto con altri artisti sui contemporanei, tutti uomini, tra cui Willem de Kooning, Mark Rothko e Barnett Newman.

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