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Artemisia alla National Gallery: Ritratto di Gonfaloniere arriva in prestito da Bologna

Giuditta che decapita Oloferne Judit decapitando a Holofernes, por Artemisia Gentileschi.jpg Autore Artemisia Gentileschi Data 1620 cr. Tecnica olio su tela Dimensioni 199×162,5 cm Ubicazione Galleria degli Uffizi, Firenze
Artemisia Gentileschi, Giuditta che decapita Oloferne,1620 cr., olio su tela, 199×162,5 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze

Le Collezioni Comunali d’Arte Bologna Musei (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6), annunciano il prestito alla National Gallery di Londra del dipinto di Artemisia Gentileschi Ritratto di Gonfaloniere per l’esposizione sulla pittrice che si aprirà il prossimo 3 ottobre (sino al 24 gennaio 2021), dopo la mancata inaugurazione nella primavera scorsa per il Covid-19.

La tela (cm 208, 4 x 128, 4), firmata e datata sul retro “Artemisia.Gentilisca. Fa/ciebat Romae 1622”, acquisita dal Comune di Bologna nel 1910 per eredità di Agostino Sieri Pepoli, è uno dei capolavori della pittrice. Dipinto un paio d’anni dopo il ritorno a Roma da Firenze, immortala uno sconosciuto gentiluomo in un interno. Un personaggio di spicco che, come tanti altri, volevano un ritratto di mano dell’artista di successo e molto chiacchierata. La donna, uscita vincente da uno stupro nel 1611 e dal relativo processo nel 1612, si era riabilitata diventando pittrice del granduca a Firenze con una fama internazionale per la bravura, bellezza, forza e intraprendenza.

Ma chi era quel signore? Individuato come Gonfaloniere per lo stendardo sulla parete di fondo, non ha ancora ritrovato la sua identità, nonostante vari tentativi di identificare lo stemma ricamato sul tappeto del tavolo. Rivestito da una brillante armatura decorata da una fascia sul petto, la spada sul fianco, un elmo con cimiero posato sul mobile, sorride, pensoso. La croce trifogliata forgiata sulla corazza e la fascia in seta dei Santi Maurizio e Lazzaro, legata sopra, indicano che l’uomo ritratto era membro di un ordine cavalleresco. La luce lo colpisce da sinistra sottolineando il rango e illuminando il gonfalone con l’insegna papale, da portare in parata.

Si tratta di un capolavoro di psicologia, ma anche di tecnica nella resa dei tessuti, delle piume dell’elmo, della gorgiera plissettata e inamidata, dei riflessi dell’acciaio. Un precedente di questo ritratto è l’Alof de Wignacourt con paggio, Gran Maestro dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, dipinto da Caravaggio a Malta verso il 1606-1607, oggi al Louvre, sicuramente noto in ambiente romano. Ci sono scambi con la pittura del francese Simon Vouet, con cui proprio in quegli anni Artemisia stringeva un rapporto di amicizia professionale, e con quella della bolognese Lavinia Fontana il cui Ritratto di Gentiluomo in arme, firmato e datato 1581, può essere considerato un esempio.

Artemisia Gentileschi, Ritratto di Gonfaloniere

Il Ritratto di gonfaloniere sarà una delle 30 opere della pittrice per la mostra londinese selezionate da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, molte mai esposte in Gran Bretagna. Accanto ai dipinti ci saranno documenti autografi presentati per la prima volta, che permetteranno di ripercorrere la straordinaria carriera durata oltre quarant’anni di una artista intrigante, nata a Roma nel 1593 e ancora attiva a Napoli il 31 gennaio 1654. Figlia del pittore pisano Orazio Gentileschi, che l’aveva formata nella sua bottega romana, abilissima già a diciassette anni quando firma il capolavoro Susanna e i vecchioni (Pommersfelden, Collezione Graf von Schönborn) era stata violentata nel 1611 dal pittore Agostino Tassi.

Dopo un difficile processo, si era trasferita a Firenze diventando pittrice del granduca. Nella città toscana era entrata nella cerchia intellettuale più prestigiosa ed era riuscita ad iscriversi alla Accademia del Disegno, fatto raro per una donna. Per questo titolo, pittora, che avrebbe dovuto eguagliarla ad un pittore maschio, combatterà tutta la vita.

Altre tappe, Venezia, Napoli, Londra, la renderanno celebre. I suoi dipinti, ritratti, autoritratti, soggetti biblici, mitologici, figure femminili seducenti e drammatiche, erano ricercati da prestigiosi committenti.

Proprio l’acquisizione nel 2018 da parte della National Gallery di Londra del bellissimo Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria ha dato l’idea della mostra. È infatti il primo dipinto dell’artista a entrare in una collezione pubblica del Regno Unito. La rassegna, ideata dal direttore del museo londinese Gabriele Finaldi e curata da Letizia Treves sarà intitolata Artemisia.

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