Secondo alcune fonti – ribattute anche da “La Stampa” e “Avvenire” – Banksy avrebbe finanziato il progetto di conversione di una motovedetta militare, trasformandola in una imbarcazione umanitaria per salvare i migranti in difficoltà. Sabato la prima missione della “Louise Michel” in aiuto di un barchino di migranti in difficoltà. Non ci sono ancora conferme ufficiali ma il colore rosa shocking e le ciambelle di salvataggio a forma di cuore ricordano non poco il suo stile provocatorio e dissacrante
Il condizionale è d’obbligo, dato che non esiste al momento alcuna comunicazione ufficiale di Banksy e del suo entourage. Tuttavia, quelli che erano rumors che circolavano da mesi nell’ambiente – fin dall’intervista rilasciata da una ragazza a marzo per Le Telègramme – sono diventate ipotesi avvalorate da più fonti e ribattute da vari organi di stampa, tra i primi proprio quelli italiani di Avvenire e La Stampa.
Da quanto riportano alcune fonti la nuova nave umanitaria “Louise Michel”, che sabato nella sua prima missione nel Mediterraneo centrale ha soccorso un barchino con sette naufraghi in difficoltà, sarebbe stata finanziata e dipinta da Banksy. Più precisamente, da quanto riporta Avvenire, non avendo ricevuto alcuna risposta dalle autorità libiche, la Louise Michel avrebbe chiesto l’assistenza della Sea Watch 4 che si trovava in zona.
Da quanto riferiscono alcune fonti francesi, il misterioso street artist sarebbe uno dei finanziatori europei (o l’unico finanziatore, non è chiaro) del progetto. Che ha rimesso a nuovo una ex-motovedetta francese, “convertendola” ad uso umanitario. E per rendere ben visibile la trasformazione dello scopo dell’imbarcazione sembra che per due giorni lo street artist si sia occupato personalmente di dipingerla di rosa e bianco nel Porto di Camaret, in Bretagna.
In effetti l’insolito rosa shocking ricorda il suo caratteristico lato umoristico e dissacrante, in questo caso rivolto verso l’austerità della precedente vita militare dell’imbarcazione. Se non bastasse, sulle fiancate è stata dipinta la “mission” della “motovedetta civile“: “Rescue” ovvero salvataggio. E non mancano le ciambelle di salvataggio a forma di cuore. Insomma, lo stile Banksy non manca e questo avvalora la tesi del suo coinvolgimento nel progetto. Sembra che un suo dipinto troneggi proprio nella cabina di pilotaggio. Ma ripetiamo, per il momento si tratta solo di notizie frammentarie che devono essere confermate.
Poco o nulla si sa dei finanziatori e dell’equipaggio dell’imbarcazione registrata in Germania. Nell’intervista di cui abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, una ragazza, intervistata da Le Tèlègramme. ha dichiarato che si tratta di “una piccola squadra internazionale di circa dieci marinai, professionisti del settore marittimo e del soccorso”. Non si tratterebbe di una Ong internazionale, ma di un mecenate che al momento desidera restare anonimo.
Il nome dell’imbarcazione si riferisce all’anarchica poetessa e insegnante francese Louise Michel, che fu deportata a bordo di una nave in Nuova Caledonia. Anche in questo caso, la particolare scelta del nome sembra ricordare l’irriverenza di Banksy.
Del resto, il tema dell’immigrazione è stato affrontato molte volte dall’artista di Bristol. Non sono mancate opere e raccolte di fondi. Per citare le ultime iniziative basti ricordare il murale dedicato al bambino migrante apparso proprio in Italia e precisamente a Venezia.
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Un suo trittico, invece, intitolato “Mediterranean Sea“, è stato battuto in asta a Londra il 28 luglio. Donato dall’artista, i proventi sono andati in beneficienza al Betlehem Arab Society for Rehabilitation.
Proprio oggi, al centro di Betlemme, è stata realizzata una piccola mostra per ringraziare l’artista. Sono state esposte le riproduzioni di alcune delle sue opere dedicate alla crisi della Palestina. Spiegate dagli organizzatori ai partecipanti, soprattutto ai bambini: “Lui ci sorprende sempre, oggi noi vogliamo sorprendere lui: grazie Banksy!“.