Fino al 10 gennaio 2021 le sale della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia accolgono le opere di Brian Eno
Due idee mi hanno sempre attratto: quella di realizzare la musica come se si trattasse di un dipinto e quella di creare immagini come se fossero musica” Brian Eno
‘Musicista-non musicista’ come si è lui stesso definito, inventore dell’ambient music, produttore discografico e artista visivo inglese, Brian Eno (Woodbridge, 1948) ha da sempre cercato una commistione tra i vari campi d’indagine della sua ricerca creativa. “Pittura e musica – afferma Eno – sono sempre state intrecciate per me. Ho iniziato a giocare con la luce come mezzo all’incirca nello stesso periodo in cui ho iniziato a suonare quando ero adolescente”.
La personale, dal titolo Reflected, presenta tre opere che dialogano con i capolavori degli artisti più rappresentativi della collezione del museo, quali Piero della Francesca (Polittico di Sant’Antonio), Beato Angelico (Polittico Guidalotti) e Perugino (Cristo morto in pietà). Le tre opere sono capaci di attrarre animo e sguardo dello spettatore: oltre a suggerire una dimensione trascendentale, servono anche come compendio di bellezza alle opere antiche.
“Le tre Lightboxes – dichiara Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria – riflettono sul ruolo dell’opera d’arte nell’età contemporanea, ribadendo un senso di continuità con il passato che supera di slancio le differenze di tecnica, stile, forma”.
L’unione delle opere di Brian Eno e del Perugino creano una speciale armonia, perché tutta l’arte è sempre contemporanea. La rassegna offre dunque un dialogo inedito tra le opere antiche e le Lightboxes di Eno, ognuna delle quali si sviluppa attraverso combinazioni di seducenti paesaggi di colore autogenerati utilizzando una serie di luci a LED intrecciate, accompagnate – nel caso di Perugino e Beato Angelico – da composizioni musicali create ad hoc: Solemn Violins per il Cristo morto in pietà e Intelligent Beauty per il Polittico Guidalotti, diventando protagoniste di un’esperienza estetica nella quale le immagini, la luce e i colori si mescolano, per permettere ai visitatori d’immergersi in un ambiente in continua trasformazione, nella quale la percezione muta incessantemente.
La partecipazione attiva di Brian Eno è dunque di grande importanza per l’ambiente culturale italiano: la sua maestria nel riuscire a mischiare luci, musica e arte assieme, creando un connubio unico, lo rendono un artista di fama internazionale dal multiforme ingegno.
Ma, dietro ai luoghi comuni, qual è davvero la filosofia di vita dell’artista?
Una volta lasciata l’Accademia di Belle Arti a metà anni Sessanta, Brian Eno scopre di voler fare una forma di pittura correlata alla musica, capace di cambiare con il tempo. Sviluppando un tipo di sound che non si muoveva e non lasciava narrative – la ambient music – con la sua band, assume sempre più consapevolezza di voler spostare la pittura verso la musica.
Costruendo dei quadri tramite l’ausilio della luce, fonde arte e musica grazie ai software e al digital, aiutato da un’era che facilita lo sviluppo di progetti interessanti: “La gente sta per molte ore nelle mostre, l’esatto opposto di guardare la tv. La tv si basa sullo stupire con più velocità e più intrattenimento. Il messaggio delle mie opere invece è di apprezzare la pace – in inglese slow down – prendere le cose con calma. Rilassatevi, lasciate che qualcosa vi succeda con naturalezza. Il concetto dell’arrendersi mi ha fatto molto riflettere: in parte perché non considero il verbo arrendersi una cosa passiva, arrendersi è una delle scelte che abbiamo. Come i surfisti dobbiamo entrare nell’onda, ma poi lasciarci trasportare da essa con fiducia. In una vita sana bisogna riuscire a capire quando essere in grado di fare entrambe le cose. C’è una grande enfasi nella nostra società sul processo del controllo, ed è giusto che sia così, ma cosa dovremmo fare di fronte a una situazione che non possiamo controllare? Imparando come si fa ad arrendersi. Bisogna seguire il flusso, go with the flow, che è un talento come la capacità di controllo. Questo concetto è quello che – senza arroganza – voglio riportare nelle mie opere.”
Alla domanda su chi sia la sua figura di riferimento personale, che lo ha spinto a fondere queste arti, Brian Eno risponde subito citando il famoso regista teatrale Robert Wilson, sostenendo che “l’innovazione è anche usare qualcosa di vecchio in maniera nuova, scoprire nuovi punti di vista”.
Brian Eno ha ragione: c’è ben altro dietro a delle opere d’arte, prima di tutto una gran sete di curiosità e verità.
BRIAN ENO. Reflected
4 settembre 2020 – 10 gennaio 2021
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria
(corso Pietro Vannucci, 19)
In collaborazione con Atlante Servizi Culturali
Orari:
Lunedì e martedì chiuso
Mercoledì, giovedì e venerdì 14.00-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Sabato e domenica 8.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
gallerianazionaledellumbria.it