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Broken Secrets: quattro giovani artisti sul confine tra vero e falso 

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Inizialmente pensato in forma di mostra per la sede del MATA, in seguito all’emergenza Covid è stato trasformato in esposizione virtuale. Broken Secrets, a cura di Javiera Luisina Cádiz Bedini, invita quattro giovani artisti a esplorare le modalità con cui i segreti vengono confidati e mantenuti, e che cosa succede quando la verità viene a galla.

Dalla sfera personale a questioni più ampie come militarismo, migrazione e oppressione. Broken Secrets si compone di fotografie, audio e video suddivisi in quattro distinti progetti di altrettanti giovani artisti: sono il lettone-armeno Georgs Avetisjans, l’anglo-cinese Yuxin Jiang, l’inglese George Selley e l’iraniana Negar Yaghmaian. A presentare il progetto, co-finanziato dal Creative Europe Programme dell’Unione Europea e realizzato nell’ambito di PARALLEL – European Photo Based Platform, è la Fondazione Moderna Arti Visive, che con esso edita il suo primo catalogo cartaceo.

© Georgs Avetisjans

Come funzionano i segreti? Come vengono confidati e mantenuti? Ma sopratutto: che cosa succede quando la verità viene a galla? Sono queste le domande a cui i quattro autori hanno provato a rispondere, ognuno a proprio modo. Durante l’inverno 2019/2020, Georgs Avetisjans (c.1985) ha ripercorso il viaggio compiuto dalla nonna nel 1941, quando fu deportata dalla Lettonia alla Siberia. Nella cittadina di Igarka, costruita sugli scheletri dei prigionieri sovietici, sono nati sua madre e suo zio. In Motherland. Far Beyond the Polar Circle, l’autore getta luce sul passato di questa comunità e sulla propria storia famigliare attraverso una serie di ritratti in medio formato agli attuali abitanti del luogo, materiale d’archivio e video. Il risultato è un confronto tra passato e presente che invita a riflettere su una delle grandi pagine buie della storia umana: un’esperienza di cui la nonna dell’artista non ha mai più voluto parlare.

© Yuxin Jiang

Il progetto The Instagram Project di Yuxin Jiang guarda alle immagini che (in)consapevolmente contribuiscono a creare un’idea di cinese come qualcosa di diverso, componendone un’identità stereotipata e fasulla. L’opera è divisa in tre atti: il primo illustra la genesi del progetto, nato dalla scoperta casuale, da parte dell’artista, di un libro in cui un missionario del 19° secolo riassumeva il popolo cinese in venti caratteristiche comuni. Il secondo pone strambe questioni scientifiche estrapolando dal contesto originario immagini tratte da Instagram. Mentre il terzo, utilizzando un approccio analitico e satirico, attinge da Instagram le fotografie e le parole che le accompagnano per scomporle, dando origine a nuovi inattesi significati. Innescando un gioco comico e disorientante, l’artista incita lo spettatore a scoprire “il segreto” che c’è dietro certi diffusi preconcetti, invitandolo a decidere come porsi nei confronti di questo mondo.

© George Selley

È a partire da stralci manuale di addestramento della Scuola delle Americhe dell’esercito statunitense, in parte desecretato nel 1996, che George Selley (c.1993) ha dato vita alla sua incisiva opera. L’accademia, situata a Panama, addestrava giovani soldati latino-americani, mandati a commettere alcuni fra i peggiori crimini del secolo scorso. Con Human Exploitation, Selley ha creato dei collage partendo dalle immagini di due geografi americani della prima metà del 20° secolo, utilizzate per mappare l’America Latina. L’artista ha mescolato queste immagini con estratti del manuale, stravolgendone la cronologia lineare e creando una narrativa cupa in cui i volti sono sostituiti da oggetti, a ricordare che non sempre le cose sono ciò che sembrano. L’opera compone una protesta contro la manipolazione dei giovani soldati, la cui drammatica vicenda è spesso ignorata dai più.

© Negar Yaghmaian

In The Smell of Earth and TreeNegar Yaghmaian prende spunto dalla storia di un vecchio marinaio che racconta le proprie peregrinazioni, ma che, come spesso accade, non fa luce sulla propria vita personale. L’artista iraniana si concentra su un particolare crocevia commerciale, lo stretto di Hormuz, che collega il Golfo Persico con il Mar Arabico: avventurandosi per i paesini che si vi si affacciano, immagina di ricomporre le storie mai raccontate delle famiglie nate e separate qui, cercando nel presente un legame con questo retaggio socio-culturale. Le sue fotografie sono pulite, impeccabili, intrise di luce calda che illumina paesaggi  e dettagli, volti e animali, ricostruendo storie impalpabili e segrete. Il tutto si apre e si chiude con un cielo stellato, come fosse l’inizio e la fine d’un sogno.

© Negar Yaghmaian

Per visitare la mostra: https://brokensecrets.parallelplatform.org

 

* © Georgs Avetisjans

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