Il Guggenheim Museum di New York annuncia di aver avuto Comedian, la banana attaccata al muro con nastro adesivo da Cattelan, in omaggio da un donatore anonimo
Nelle dinamiche prevedibili – e, diciamolo, anche un pochino noiose – del sistema dell’arte contemporanea internazionale era tutto già scritto. L’artista “geniale” si inventa una trovata, che sulle prima passa come una provocazione quasi improvvisata. L’importante è però che sia sotto i riflettori di media e social, ed una delle fiere d’arte più importanti al mondo ben si presta all’uopo. Poi il battage fa il suo lavoro, arriva il tizio che vandalizza – in questo caso mangia – l’opera, tutti fanno le corse per raccontare la vicenda, molti fanno le corse per comprarla (a 120mila dollari, poi saliti a 150mila), e intanto la “trovata” diventa un’OPERA D’ARTE.
È un fiume in piena, i social si riempiono di meme, poi arriva il grande artista – compagno di genialate – che dice che non può vivere senza quella “cosa”. Ed il cerchio si chiude: il capolavoro arriva al grande museo internazionale, che lo ostenta orgoglioso nelle sue sale. Vista la ecumenica notorietà della questione, facciamo presto a riempire di nomi l’astratta ricostruzione: l’artista è Maurizio Cattelan, l’opera è Comedian, la banana attaccata al muro con nastro adesivo, la fiera è Art Basel Miami Beach 2019, l’artista bramoso di possederla è Damien Hirst.
E il museo? È il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, che annuncia orgoglioso di averla avuta in omaggio da un donatore anonimo. E ora dovrà rispettare alla lettera le prescrizioni sull’angolo e l’altezza esatti per l’installazione: 37 gradi, circa 172 centimetri dal suolo. “È un’ulteriore dimostrazione dell’abile connessione dell’artista con la storia dell’arte moderna“, ha detto il direttore del Guggenheim Richard Armstrong. Definitivo.