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Pistoletto torna a New York con la prima retrospettiva degli ultimi dieci anni

Lévy Gorvy di New York dedica una mostra a Michelangelo Pistoletto, che per l’occasione ripensa alcune sue opere storiche adattandole allo spazio della galleria. Dal 14 ottobre al 2020 al 9 gennaio 2021.

Sono dieci anni che negli Stati Uniti non viene dedicata una personale a Michelangelo Pistoletto. Lévy Gorvy interrompe il digiuno annunciando un’esposizione dedicata al grande artista italiano, uno dei più influenti a livello internazionale dal dopoguerra a oggi. La mostra tocca i temi che hanno animato il corpo di lavoro di Pistoletto per oltre sei decenni: percezione, tempo, storia, tradizione e il rapporto tra arte, artista e spettatore. Le opere esposte sono state realizzate da Pistoletto appositamente per lo spazio newyorkese della galleria. Il progetto è organizzato in collaborazione con Galleria Continua.

Ad aprire la mostra è un’istallazone ispirata a un’opera inclusa nella storica esposizione One and One Makes Three, la retrospettiva dedicata a Pistoletto nel 2017 alla Basilica di San Giorgio Maggiore durante la Biennale di Venezia. Mantenendo fede a quella che è la firma principale dell’artista, lo specchio, Lévy Gorvy presenta così lo storico Viceversa (1971) e il recente Color and Light (2016-17). Insieme, queste opere creano un ambiente dinamico, in continua metamorfosi, che drammatizza il contrasto tra la fissità del passato e la natura mutevole del presente.

Michelangelo Pistoletto, Spazio Libero

Il secondo piano della mostra è dominato da una struttura a gabbia costituita da una serie di barre di acciaio. Vuota e inaccessibile allo spettatore, questa installazione prende il titolo dalle parole enunciate lungo il suo perimetro: The Free Space (1976-2020). Si tratta della prima e unica versione in lingua inglese di Spazio Libero, opera che Pistoletto concepì nel 1976 e realizzò nel 1999 con i detenuti del carcere di San Vittore a Milano. The Free Space suscita riflessioni sulla libertà, la prigionia, i confini reali e quelli spesso nascosti dalla società .

L’ultimo piano della mostra è interamente occupato da Porte Uffizi (1994-2020), una versione unica e appena realizzata di un’installazione di Pistoletto, composta da una struttura architettonica in legno aperto e suddivisa in camere, ciascuna etichettata con una sola parola come Economia, Scienza e Spiritualità. All’interno di ogni camera saranno installate opere chiave nella produzione di Pistoletto, che illustrano la convinzione di Pistoletto che l’arte debba unirsi ad altri aspetti della società.

Lévy Gorvy collaborerà anche con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto per promuovere la sua iniziativa Terzo Paradiso. L’ente, fondato dall’artista, conduce programmi a livello globale che costruiscono ponti tra le comunità locali e le organizzazioni più grandi, promuovendo nuove prospettive di pensiero e azione in un’estensione del costante impegno di Pistoletto per gli ideali umanisti.

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