In mostra nello spazio Volumnia, una chiesa sconsacrata, 120 opere fra quadri e sculture in gran parte inedite di Milani. “Il luogo dell’enigma”
“I caratteri mobili di Gutenberg sono la più grande invenzione del secondo millennio”. Le parole da lui stesso pronunciate alla preview sono la migliore introduzione al lavoro di Giorgio Milani, artista piacentino che dei caratteri mobili ha fatto l’oggetto pressoché esclusivo della propria espressione creativa. Un topos non certo nuovo per l’arte contemporanea, ma che Milani sublima nelle sue declinazioni linguistiche, semantiche, plastiche, fino a monumentali.
Ne è testimonianza questa ampia mostra personale, che nello spazio Volumnia, una chiesa sconsacrata nel centro di Piacenza, propone 120 opere fra quadri e sculture in gran parte inedite, divise in dieci sezioni che documentano i suoi cicli più importanti. Dalle Torri di Gutenberg alle Babeli e ai Poetari Oriente Occidente, dalle Sublimazioni alle Sindoni di Gutenberg e ai Canti ad Ombre Rare.
“La scrittura di Milani, i suoi Poetari, non compongono un catalogo razionale o una schedatura scolastica”, scrive Elena Pontiggia nell’introduzione al catalogo della mostra – titolo La scrittura come enigma – visibile dal 25 ottobre 2020 al 6 gennaio 2021. “Ma sono semmai il luogo dell’enigma, non perché svelano il mistero, ma perché rivelano che il mistero esiste. Lettere e segni sono raccolti in andamenti ortogonali, entro quadrati e rettangoli, in spazi ritmici e musicali, ma non si leggono ordinatamente e giudiziosamente”. Ne anticipiamo qui alcune immagini…
