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Cosa guardare ad Halloween: i classici dell’horror. Tra vampiri, morti viventi e lupi mannari

Whale - La moglie di Frankenstein, 1935 - Universal Pictures
Whale – La moglie di Frankenstein, 1935 – Universal Pictures

Vampiri, morti-viventi, mostri e lupi mannari: uno sguardo ravvicinato alle creature del cinema horror dagli anni Trenta agli anni Cinquanta.

Nosferatu il vampiro (1922) di Friedrich Wilhelm Murnau

Nosferatu il vampiro (nome simile alla parola romena nefȃrtatu, letteralmente falso fratello) è un film muto in bianco e nero degli anni Venti che ancora oggi dopo quasi cento anni riesce a spaventare gli spettatori, sia per l’atmosfera sinistra sia per l’inquietante e scarno Max Schreck. Nosferatu il vampiro è indissolubilmente legato al romanzo Dracula di Bram Stoker (celebre l’omonimo film del 1992 di Francis Ford Coppola in cui Gary Oldman veste i panni dell’affascinante Conte), infatti il regista Murnau, non potendo permettersi di pagare alla vedova Stoker i diritti per l’adattamento cinematografico, cambiò nomi, luoghi e titolo: niente più Dracula, Mina e Jonathan Harker, ma Orlok, Ellen e Thomas Hutter nella Germania de Nosferatu, eine Symphonie des Grauens. Sarà la donna a sconfiggere il mostro, non Van Helsing: Ellen, per salvare i concittadini da mostro e pestilenza, si donerà a Nosferatu che ne berrà il sangue fino all’alba, quando il sole dissolverà il vampiro. E a Ellen cosa succederà? Sopravvivrà o morrà trasformandosi?

Marnau - Nosferatu il vampiro, 1922 - der Produktionsgesellschaft Prana Film G.m.b.H_
Marnau – Nosferatu il vampiro, 1922 – der Produktionsgesellschaft Prana Film G.m.b.H_

La mummia (1932) di Karl Freund

Dimenticate Brendan Fraser e Tom Cruise, le loro mummie, rispettivamente del 1999 e del 2017, hanno avuto un progenitore in bianco e nero negli anni Trenta, gli anni d’oro del cinema horror e dell’attore Boris Karloff, distintosi qualche anno prima nel ruolo della creatura del Dr. Frankenstein. Rispetto ai suoi successori, questo classico non è spaventoso e intricato, ma teatrale e ipnotico. A causa della curiosità di un archeologo la mummia appena scoperta si risveglia dopo 3700 anni, molto è cambiato, ma non l’amore per Ankh-es-en-Amon, figlia del faraone Amenofi il Magnifico. Già il modo in cui era stata mummificata doveva far riflettere l’archeologo: le viscere erano al loro posto, i muscoli contratti e le formule a protezione del corpo cancellate. Il sacerdote Imhotep, da poco risvegliato, cercherà di riunirsi all’amata, nessuno potrà contrastarlo, ma la donna lo amerà ancora dopo tutto questo tempo?

Freund - La Mummia, 1932 - Universal Pictures 2
Freund – La Mummia, 1932 – Universal Pictures 2

La moglie di Frankenstein (1935) di James Whale

Niente Elvira, Morticia e Mercoledì Addams, bensì la moglie del mostro di Frankenstein, film che porta splendidamente i suoi 85 anni d’età, benché sia ormai una commedia sui mostri e non un film drammatico e orrorifico; fa sorridere pensare che quasi cento anni fa abbia avuto problemi di censura, taglio e cucito per l’eccessiva violenza. Il titolo è esplicativo, anche se errato: il Dr. Frankenstein è costretto a creare una compagna non per se stesso, ma per il suo mostro: distinzione tra creatore e creatura. Di quest’ultima viene portata sulle scene l’umanità e i sentimenti: cerca di farsi capire dagli altri con scarsi risultati, non vuole essere sola (troverà in un cieco un amico) e capisce di essere un esperimento da laboratorio, qualcosa che non dovrebbe essere esistere. Il finale è per questo inaspettato. Non bisogna inoltre dare per scontato che la moglie del mostro di Frankenstein, nonostante l’epiteto, sia contenta di essere tale: esprime il risentimento di non essere stata interpellata nelle “trattative matrimoniali”.

Whale - La moglie di Frankenstein, 1935 - Universal Pictures
Whale – La moglie di Frankenstein, 1935 – Universal Pictures

L’uomo lupo (1941) di George Waggner

Larry Talbot accorre per salvare l’amica Jenny dall’assalto di un lupo, ma il mattino seguente accanto al corpo della donna non vi la carcassa di un animale, ma quello di un uomo: Bela lo zingaro (interpretato da Bela Lugosi). Com’è possibile? Larry ha ucciso un lupo, non un uomo, e ha le prove: nella lotta è stato morso, ma quando si spoglia non c’è nessuna ferita, bensì un marchio. Qualcosa dentro di lui è cambiato, chiede aiuto, ma, nonostante la comunità sia pervasa da leggende e superstizioni, nessuno crede all’esistenza dei mostri. Ne siamo certi? «Anche l’uomo che ha puro il suo cuore, ed ogni giorno si raccoglie in preghiera, può diventar lupo se fiorisce l’aconito, e la luna piena splende la sera». Larry cambia, non solo fisicamente, da uomo sicuro di sé, amichevole e fascinoso, a un bambino impaurito e inconsolabile. Un film in bianco e nero dall’atmosfera spettrale e nebbiosa che coinvolge e cattura lo spettatore.

Waggner - L'uomo lupo, 1941
Waggner – L’uomo lupo, 1941

Il mostro della laguna nera (1954) di Jack Arnold

Una spedizione di paleontologia con conseguente scoperta di una laguna inviolata in cui abita un esemplare, ancora in vita e non estinto, di uomo-pesce. Nel mondo della creatura lo spettatore si immerge grazie a meravigliose ed incantevoli riprese sott’acqua. Un altro classico cinematografico in bianco e nero degli anni Cinquanta che ormai non spaventa più, è la musica a suggestionare e coinvolgere lo spettatore. Più volte nel film compare il tema della scienza: l’uomo pesce è l’anello mancante? Gli specialisti più volte spiegano ai personaggi inesperti come si svolge la ricerca scientifica e le scoperte sino ad allora effettuate. Due facce della stessa medaglia si sfidano, due modi di pensare che divergono ancora oggi: salvare la creatura, studiarla e aumentare le conoscenze o uccidere il mostro, diventare famosi e guadagnarci?

Arnold - Il mostro della laguna nera, 1954
Arnold – Il mostro della laguna nera, 1954

Copyright

Le immagine delle locandine dei film sono tratte da Wikipedia, eccetto L’uomo lupo da MyMovies.

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