La realtà di oggi si accosta e sovrappone, sempre più, alla finzione di ieri. Settant’anni fa, due scrittori inglesi visionari lanciavano l’allarme di un mondo globalizzato e sotto costante sorveglianza, in cui gli uomini sono programmati per accettare di essere schiavi. Nel documentario di Arte in italiano, una riflessione sulle distopie e sulla deriva totalitaria della società attraverso i capolavori di Orwell e di Huxley.
Posizionato da Le Monde al 22esimo posto dei migliori libri mai scritti, 1984 di George Orwell, pubblicato nel 1949, descrive una Gran Bretagna trent’anni dopo una guerra nucleare tra l’est e l’ovest. Lo scontro ha portato all’instaurazione di un regime totalitario in cui non esiste più la libertà di espressione, ogni pensiero è sorvegliato e le strade sono tappezzate di cartelli che recitano la frase Big Brother is watching you. Dal canto suo, Il mondo nuovo di Aldous Huxley, pubblicato nel 1932, racconta un mondo del futuro (attorno al 2540 circa) in cui tutta la Terra è sotto il potere di dieci “controllori” e l’intera società è rigidamente sorvegliata tramite pratiche scientifiche che vanno dal controllo delle nascite all’indottrinamento psicologico fino alla selezione, per via eugenetica, della razza umana.
Il documentario di Philippe Calderon e Caroline Benarrosh riflette sulla deriva totalitaria della società attuale per rispondere alla domanda: su che riva rischiamo di arenarci? Quella di Huxley o quella di Orwell? A dare la propria opinione sono lo scrittore Boualem Sansal, la filosofa Cynthia Fleury e Richard Blair, figlio adottivo di Orwell. Il film è disponibile su Arte in italiano fino al 18 febbraio 2021.