Il Guggenheim Museum Bilbao ha appena inaugurato una nuova grande mostra dedicata Vasily Kandinsky. L’esposizione mette in luce il ruolo chiave dell’artista nello sviluppo dell’arte del XX secolo grazie alle sua pratica astratta. Fino al 23 maggio 2021.
Da non credere, ma è tutto vero. Nel pieno di un complesso momento di incertezza il Guggenheim Museum Bilbao trova le energie, grazie a BBVA Foundation, per organizzare una grande mostra. Il nome è di quelli che non hanno bisogno di presentazioni, Vasily Kandinsky (1866-1944), ma probabilmente ancora non si è detto tutto su di lui e la sua arte unica, anticipatrice, d’avanguardia, ma non per questo meno apprezzata dai contemporanei.
L’IMPORTANZA DELLA MOSTRA
Proveniente dagli straordinari fondi della Fondazione Guggenheim di New York, la mostra presenta l’evoluzione artistica di uno dei principali innovatori della pittura degli inizi del XX secolo suddivisa in quattro sezioni geografiche.
Kandinsky intraprende una crociata contro i valori estetici convenzionali e imposta una nuova tematica basata esclusivamente sulla “necessità interiore” dell’artista, sul suo desiderio per un futuro più spirituale attraverso il potere trasformatore dell’arte.
Via via che i suoi tratti calligrafici e le sue forme ritmiche rivelano sempre meno i segni delle sue origini figurative, Kandinsky inizia a sviluppare l’astrazione e a formulare quello che denomina “il potere nascosto della tavolozza”.
Per Kandinsky anche le forme più astratte hanno un contenuto espressivo ed emozionale: il triangolo incarna azione e aggressività, il quadrato significa pace e calma, il cerchio il regno spirituale e cosmico.
Il percorso espositivo si concentra proprio sulla nascita della poetica astratta, seguendone le evoluzioni fin da quando l’immagine era ancora ben visibile nell’opera dell’artista.
La curatrice Megan Fontanella organizza quindi la mostra attorno a quattro luoghi dove l’artista ha vissuto – Monaco, Mosca, Berlino e Parigi – evidenziando le suggestioni poetiche e tecniche che da ogni città ha saputo trarre, aggiungendo di volta in volta un tassello in più alla ricerca di quella “necessità interiore” su cui l’arte, secondo lui, è tenuta ad esprimersi.
Il colore. A Monaco di Baviera nel 1900 e all’inizio degli anni ’10, Kandinsky inizia così a esplorare le possibilità espressive del colore e della composizione, fino a che non è improvvisamente costretto a lasciare la Germania dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914. Le forme geometriche. Fa dunque ritorno nella sua nativa Mosca, dove il suo vocabolario pittorico riflette osmoticamente l’utopia esperimenti dell’avanguardia russa, che enfatizza le forme geometriche nel tentativo di stabilire un universale linguaggio estetico.
La forza sociale. Kandinsky successivamente si unisce al Bauhaus, scuola tedesca d’arte e design applicato che condivide la sua idea che l’arte abbia la capacità di trasformare sé e la società.
La fantasia. Nel 1933 il Bauhaus chiude sotto la pressione nazista e l’artista è costretto ad abbandonare nuovamente la Germania. Kandinsky si stabilisce fuori Parigi, dove viene in contatto con il Surrealismo, fondamentale suggestione per il suo immaginario biomorfico.
Quattro città per quattro step necessari al totale sviluppo dell’astrattismo, grafia di colore e ritmo che ha costruito gradualmente un vero e proprio alfabeto di contenuti emotivi. Il triangolo racchiude per esempio sentimenti di azione e aggressività; il quadrato di calma e pace; il cerchio di spiritualità e contatto con l’universo.