La galleria Mazzoleni rinnova il proprio sito per ampliare l’offerta di contenuti digitali. Oltre ad approfondimenti dedicati a progetti e artisti, due viewing room che permetteranno di godersi online le esposizioni autunnali ora allestite a Torino e Londra.
Un’esperienza immersiva, che permetterà a chiunque di aggirarsi tra le opere dei grandi maestri del secondo dopoguerra italiano a cui sono dedicate le sue mostre attualmente visitabili.
La prima, Rome – Milan: Space and Colour, Rhythm and Matter (10 novembre – 5 dicembre 2020) è una collettiva che coinvolge alcuni tra i protagonisti della scena artistica italiana tra gli anni ’50 e ’70. Partendo da Burri e Fontana, padri simbolici delle successive generazioni, Mazzoleni avvia una riflessione sulle diverse sperimentazioni che hanno hanno animato questi anni. Da Bonalumi e Castellani a Dadamaino e Schifano, per arrivare poi alla scultura di Fausto Melotti e alla pittura di maestri come Turcato, Dorazione e Carla Accardi.
Un’analisi che si muove tra Milano e Roma, il cui allestimenti ben evidenzia i rapporti di confronto e scambio intercorsi tra i due poli culturali, favoriti dall’operare di alcune celebri gallerie (quella del Milione, La Tartaruga, la Galleria del Naviglio) e di numerosi periodici, basti pesante ad “Azimuth” e “Appia Antica”.
La seconda viewing room è un omaggio al 1958 e a tre artisti rivoluzionari per cui questo anno è stato particolarmente proficuo. Lucio Fontana | Enrico Baj | Piero Manzoni, visibile fino al 19 dicembre 2020, indaga l’operato di alcuni dei più creativi innovatori del proprio tempo.
Il 1958 fu l’anno in cui Fontana, Baj e Manzoni esposero insieme per ben due volte, prima alla Galleria Bergamo e poi alla Galleria del Circolo di Cultura di Bologna, dove probabilmente fecero la loro prima comparsa i celebri Achromes manzoniani. Ma fu anche l’anno in cui una sala della Biennale di Venezia venne dedicata totalmente ai tagli che Fontana da alcuni anni aveva iniziato a realizzare. E ancora, l’anno in cui, a dicembre, uscì il terzo numero de “Il Gesto”, la rivista creata da Baj, Manzoni e Dangelo, sulla cui copertina campeggiavano gli iconici “buchi” di Fontana.
L’allestimento di Gaspare Luigi Marcone fa emergere perfettamente il dinamico scambio di stimoli intercorso tra i tre, analizzando anche opere precedenti il ’58.