L’artista romana Nora Lux conclude il suo progetto performativo in sei stanze Unus Mundus, iniziato a maggio, con SOL INVICTUS, curato da Lori Adragna. La performance sarà visibile online il 21 dicembre 2020 alle ore 16.00. Per la sesta stanza l’artista porta il culto del femminino sacro presso le rovine del Tempio di Eliogabalo sul colle Palatino di Roma.
Il progetto Unus Mundus, iniziato a maggio con il solstizio d’estate, si conclude lunedì 21 dicembre con il solstizio invernale, ovvero quando il sole tocca il punto più basso, per poi rinascere come sole nuovo. Già nelle più antiche civiltà il solstizio era insieme festa di morte, trasformazione e rinascita. Nelle antiche leggende si racconta che il Sole morisse e rinascesse nel ventre della Dea, la Magna Mater, la Grande Madre Terra, la quale ha quindi in sé la vita e la morte. Attraverso una lettura simbolica del culto arcaico della Dea Madre, l’artista l’ha identificata come archetipo del femminile che ha funzioni centrali nell’inconscio di ognuno di noi, per contenere e mantenere la vita, sostenere, proteggere e nutrire.
L’azione vuole ridefinire le relazioni tra il culto di Eliogabalo e quello della Magna Mater, assegnando a quest’ultima una nuova centralità che respinge la tradizione storica dell’appropriazione delle sue reliquie. Al fine di ripensare in modo nuovo temi arcaici e fondamentali del femminile, quali l’identità di genere, la differenza, il corpo e la soggettività, per sviluppare nuove modalità di esistenza, di creazione e di trasmissione del sapere come della pratica artistica, nel lavoro della Lux traspare la ricerca di alcune teorie, che evidenziano l’atteggiamento femminista nei confronti del potere dominante.
Attraverso l’esperienza delle donne e delle loro visioni si può dar vita a un sapere in grado di accogliere in sé le differenze. Questa la sfida del femminismo oggi. Nora Lux si serve dell’arte e della creatività per il suo potere di creare connessioni tra le cose. Per questo l’artista ha scelto di esibirsi davanti all’entrata della Chiesa di San Sebastiano al Palatino, proprio di fronte ai resti del tempio di Eliogabalo, un luogo del “ritorno” agli inferi materni, di cui riappropriarsi in chiave positiva. Non si tratta di un ritorno indietro che glorifichi un ormai perduto e arcaico potere femminile, ma piuttosto di determinare ora una nuova modalità di rappresentazione positiva e autoaffermativa di essere donna.
La Chiesa di San Sebastiano al Palatino sorge sulle fondamenta del pronao di un tempio di cui oggi rimane solo il basamento. Si tratta del Tempio di Eliogabalo, fatto erigere dall’imperatore Marco Aurelio Antonino Augusto dedicandolo alla divinità solare di origine siriana El-Gabal, nome dal quale derivò Eliogabalo. El-Gabel fu presto mutato dall’imperatore in Deus Sol Invictus: il Dio Sole Invincibile, che trionfa sulle tenebre.
Qui il link per assistere online alla performance.