La forma inizia sempre con un qualcosa. E poi, se quel qualcosa si manifesta in un altro luogo, vi è uno scarto e il risultato che si crea sviluppa un’esistenza parallela rispetto all’originale.
Ho collocato le mie opere in maniera da riportare tutti gli oggetti all’attenzione che richiedono. Questo mi consente di innovare, e di farlo con audacia.
Richard Artschwager
Gagosian di Roma presenta un nucleo di opere di Richard Artschwager appartenenti a un periodo chiave della sua carriera, 1964 – 1987. Il lavoro di Artschwager, associato a molti generi ma conforme a nessuno di essi, è stato variamente descritto come Pop, perché incorpora oggetti quotidiani e materiali commerciali; come Minimal, per le sue forme nitide e la sua presenza solido-geometrica; e come Concettuale, per il suo coinvolgimento intellettuale con il significato. Questa rara rassegna dei primi decenni della ricca carriera di Artschwager testimonia la sua abilità nel riorganizzare le strutture percettive, mettendo a confronto diretto il mondo illusorio e figurato delle immagini con quello concretamente umano degli oggetti.
Attraverso variazioni di scala e trasposizioni di forme e materiali, le opere di Artschwager sollecitano una continua rivalutazione dello spazio e del tempo, suggerendo narrazioni articolate, complessità compositive al tempo stesso ordinarie e surreali. Impiegando materiali sintetici, commerciali e industriali, Artschwager ha trasformato le sue fonti con quella imperturbabile arguzia visuale che rende “inusuale” il familiare. Nel 1962 l’artista inizia a utilizzare la Formica, un materiale radicalmente anticonvenzionale e di “bassa” qualità, noto all’epoca per essere utilizzato nella realizzazione delle superfici lisce dei banchi. La sua finitura lucida e marmorizzata è riconoscibile negli oggetti di vita quotidiana e presenta al tempo stesso una somiglianza astratta con la pittura espressionista. I primi anni Sessanta segnano anche l’inizio dell’uso sperimentale da parte di Artschwager del Celotex: un materiale molto ruvido, composto da fibre di canna da zucchero compressa, che utilizzava come base per i suoi singolari dipinti in grisaille, nei quali l’originalità del materiale industriale si confonde con le linee disegnate a mano. Queste composizioni erano spesso basate su soggetti sia arcani che ordinari; Interior (1964), per esempio, è un’immagine prospettica, semi-astratta e diagrammatica dell’interno di una stanza, che si restringe con il progredire della percezione della profondità.
Le opere scultoree di Artschwager dimostrano come l’artista abbia integrato le competenze artigianali nella sperimentazione intellettuale e formale della percezione e della composizione. In Sliding Door (1964), l’anta di un armadietto proietta un’ombra all’interno del pallido interno dell’opera generando un motivo in continuo cambiamento che si sposta insieme alla luce e ai movimenti dello spettatore attorno all’oggetto. Untitled (1965), realizzato in Formica e legno, utilizza allo stesso modo la curvatura di un cerchio; sebbene non funzionale, imita l’estetica utilitaristica di un altoparlante o di un elettrodomestico, dimostrando la capacità di Artschwager di soddisfare le nostre aspettative rispetto a un oggetto o a un quadro solo per poi sovvertirle.
Un catalogo illustrato bilingue sarà pubblicato in occasione della mostra, con un saggio del curatore Dieter Schwarz.
Richard Artschwager è nato nel 1923 a Washington, DC, ed è morto nel 2013 ad Albany, New York. I suoi lavori sono inclusi, tra le altre, nelle seguenti collezioni: Kunstmuseum Wolfsburg, Germania; Museum Ludwig, Colonia, Germania; Staatsgalerie Stuttgart, Germania; Centre Pompidou, Parigi; Tate, Londra; Museum of Modern Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York; e Art Institute of Chicago. Tra le mostre si annoverano: Painting Then and Now, Museum of Contemporary Art, North Miami, FL (2003); Up and Down/Back and Forth, Deutsche Guggenheim Berlin (2003); Hair, Contemporary Art Museum, Saint Louis (2010); Richard Artschwager!, Whitney Museum of American Art, New York (2012, ha viaggiato all’Hammer Museum, Los Angeles; all’Haus der Kunst, Monaco; e al Nouveau Musée National de Monaco); e Punctuating Space: The Prints and Multiples of Richard Artschwager, Frances Lehman Loeb Art Center, Vassar College, Poughkeepsie, NY (2015).
Una retrospettiva dell’opera di Artschwager, curata dal rimpianto Germano Celant, è stata inaugurata al Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto nell’ottobre 2019 spostandosi poi al Guggenheim Museum di Bilbao nel febbraio 2020.