Una nuova domanda pervade il mondo dell’arte: le sculture e i dipinti del collezionista scomparso il novembre scorso Sheldon Solow – attestati a un valore di circa 500 milioni di dollari – saranno venduti all’asta o andranno in un museo privato? Ecco cosa racconta Katya Kazakina sulle pagine del New York Times
In un appartamento sopra Manhattan sull’East River, si trovavano dipinti di Van Gogh, Matisse e Modigliani, opere d’arte tribali e antichità egizie mescolate con bronzi e mobili di Giacometti. Diversi isolati a Ovest, un monumentale bronzo di Miró faceva la guardia a un grattacielo noto per i capolavori all’interno e la sua facciata in vetro inclinata.
Ma ora il futuro di una delle più belle collezioni d’arte del XX secolo è in bilico dopo la morte, avvenuta il mese scorso, del magnate Sheldon Solow che aveva 92 anni: una ricchezza accumulata nel corso di ben cinque decenni. Molte opere decoravano l’appartamento dei Solow presso la United Nations Plaza. Alcun lavori sono stati esposti nel Solow Building sulla 57esima Strada, sede della Solow Art and Architecture Foundation e cuore del suo impero immobiliare.
Il mondo dell’arte sta trattenendo il fiato. Negli ultimi dieci anni Mr Solow è emerso come uno dei principali seller di capolavori all’asta e i possibili nuovi affidamenti della sua eclettica collezione potrebbero valere fino a 500 milioni di dollari, in un momento come questo in cui il mercato ha visto una certa crisi per le opere di fascia alta dopo la pandemia sarebbe un bel colpo per qualsiasi casa d’asta.
Nel 2018 Solow è stato criticato per aver beneficiato della esenzione fiscale che la sua Fondazione d’arte detiene dal 1991 ma di aver mantenuto le opere della collezione in gran parte inaccessibili al pubblico. La sua famiglia sta vagliando la possibilità di cambiare rotta aprendo un museo, un evento potenzialmente significativo nella vita culturale di New York e che consentirebbe al pubblico di vedere le opere. I Solow si sarebbero uniti ad altre famiglie benestanti della città, tra cui la FLAG Art Foundation di Glenn Fuhrman, J. Tomilson Hill e Peter Brant.
Il mese scorso Mia Fonssagrives Solow, vedova del magnate, ha commentato così l’iniziativa:
Non avrà nulla a che vedere con la maestosità del MET (Metropolitan Museum of Art), ma sarà una piccola aggiunta, una “chicca” per la città di New York.”
Non è ancora chiaro se il museo creato dagli eredi di Solow si troverà nel Solow Building, se esporrà solo opere di proprietà della Fondazione o se includerà anche pezzi della collezione privata di Solow, né si sa quando potrebbe aprire.
Il figlio maggiore Stefan Soloviev ha confermato di essere ora il responsabile della Fondazione e ha sostenuto che la collezione sarà accessibile al pubblico. Alla domanda se la collezione sarà esposta in un museo privato o altrove, ha risposto “ovunque voglia”.
Uno spazio eventualmente previsto per il museo si trova al pianoterra del Solow Building, con un ingresso sulla 58esima Strada, di fronte al Plaza Hotel. Attualmente ospita la mostra di Mia Fonssagrives Solow, scultrice e designer di gioielli, organizzata dalla Leila Heller Gallery.
Uno dei pezzi forti della collezione, è un dipinto del XV secolo di Sandro Botticelli, Ritratto di un Giovane Uomo con Medaglia, esposto per decenni alla National Gallery of Art di Washington e al Metropolitan Museum of Art. A settembre è stato consegnato a Sotheby’s e sarà parte dell’asta di Old Master in calendario per il 28 gennaio 2021. Acquistato quasi quarant’anni anni fa dal signor Solow per poco più di un milione di dollari, il dipinto è stimato oggi oltre 80 milioni.
Solow intendeva utilizzare i proventi della vendita del quadro di Botticelli per creare un piccolo gioiello nel cuore di Manhattan, così affermava la vedova Fonssagrives Solow; ma a novembre ha poi sostenuto di volerlo tenere in collezione, per renderlo il fulcro del museo. Insomma, non è ancora chiaro cosa accadrà. Ciò che sappiamo è che quando un venditore ritira un’opera dopo aver accettato di consegnarla, le case d’aste addebitano un importo negoziabile che in genere varia tra il 10% e il 25% della stima.
Figlio di un muratore di Brooklyn, Solow ha costruito un impero immobiliare da zero. Era conosciuto come un uomo duro e litigioso. Nonostante fosse un grande collezionista di arte moderna, ha mantenuto sempre un basso profilo nel mondo dell’arte ed era estremamente riservato: spesso comprava e vendeva opere in totale anonimato.
Le tredici opere d’arte elencate tra i beni della Fondazione Solow, Botticelli compreso, sono state stimate 340,6 milioni di dollari in totale nel 2018. Il valore della collezione personale di Solow è più difficile da valutare, in parte perché ha venduto molti pezzi chiave nell’ultimo decennio, generando più di 400 milioni di dollari all’asta.
La collezione d’arte di Solow potrebbe portare fino a 500 milioni di dollari sul mercato. Se la famiglia decidesse di vendere all’asta e non andare avanti con il progetto museale “ci sarebbe una concorrenza tremenda”, ha dichiarato il mercante d’arte Bill Acquavella.
Quest’anno Acquavella Galleries ha unito le forze con due concorrenti, Gagosian e Pace, per superare come offerte Christie’s, Sotheby’s e Phillips per il patrimonio del finanziere Donald M. Marron. Il triumvirato competerebbe con le tre case d’aste anche per il “tesoro” di Solow: l’entusiasmo del mercato per le potenziali vendite di Solow potrebbe però essere prematuro.
Gregoire Billault, capo del dipartimento di arte contemporanea di Sotheby’s a New York, commenta:
Ha una moglie, ha figli. La famiglia deciderà se vendere o meno”
Quando è morto Sheldon Solow aveva un patrimonio netto di 3,1 miliardi di dollari, secondo il Bloomberg Billionaires Index. Collezionava da decenni, acquisendo importanti pezzi di Giacometti, Miró e Picasso sin dagli anni Settanta e stabilendo record sia come acquirente che come venditore. Chi ha visitato il suo appartamento ricorda pezzi di Balthus e Dubuffet, Rothko e Van Gogh.
Nel 1973 ha innescato una guerra di offerte per Femme Assise (Donna seduta) del 1909 di Picasso, vinta poi alla cifra di 816.000 dollari: ai tempi un record per un quadro del Ventesimo secolo. Sei anni dopo si è recato a Londra per fare un’offerta di persona e ottenere un capolavoro fauve di Matisse, Le Jeune Marin I (Giovane Marinaio I), proprietà in precedenza di Michael, fratello maggiore di Gertrude Stein.
Quell’opera ora potrebbe valere 75 milioni di dollari, secondo Mr Acquavella. La seconda versione – più completa – del Giovane Marinaio è al Metropolitan Museum of Art.
Nel 2016 Solow ha consegnato Femme Assise di Picasso al Sotheby’s di Londra. La vendita è avvenuta alla vigilia del voto sulla Brexit mentre la sterlina crollava selvaggiamente: tuttavia il capolavoro è riuscito a guadagnare 63,5 milioni di dollari. Tra le altre opere iconiche di Mr Solow L’Homme Au Doigt (The Pointing Man) di Alberto Giacometti acquistato nel 1970 e venduto per 141,3 milioni di dollari da Christie’s nel 2015, ancora oggi un prezzo record sia per l’autore che per una scultura venduta in asta.
Brett Gorvy, ex dirigente di Christie’s, lo ricorda così:
Dubuffet, Kline, Diebenkorn, Miró, Matisse – teneva lì tutte queste immagini straordinarie. In qualità di proprietario dell’edificio era molto lungimirante nell’esporre l’arte al pianoterra. Quanti collezionisti possono usufruire di una vetrina sulla 57esima Strada?”
Ma non tutti sono rimasti affascinati dal lavoro di Solow. Nel 2017 Ethan Arnheim, un appassionato d’arte e attivista ha lanciato un sito web, esaminando la Fondazione e deridendone l’inaccessibilità. Gli orari di apertura giornalieri erano indicati come “nessuno”, “inaccessibile”, “chiuso” e “assolutamente no”.
Anche se non è illegale, opera come un’organizzazione no profit con vantaggi fiscali significativi e noi contribuenti stiamo sovvenzionando la raccolta. La possibilità di un museo è eccitante: ciò suggerisce che si stanno compiendo passi tangibili per rendere pubbliche le opere. Mi piacerebbe modificare il mio sito web a loro favore e consentire alle persone di visitare la collezione.” (Ethan Arnheim)