Print Friendly and PDF

Miscellanea di sensi e ricordi: la personale di Flavio Favelli a Milano

Vita D'Artista, Flavio Favelli © Fondazione Adolfo Pini, 2020. Credits Andrea Rossetti Vita D'Artista, Flavio Favelli © Fondazione Adolfo Pini, 2020. Credits Andrea Rossetti
Vita D'Artista, Flavio Favelli © Fondazione Adolfo Pini, 2020. Credits Andrea Rossetti
Vita D’Artista, Flavio Favelli © Fondazione Adolfo Pini, 2020. Credits Andrea Rossetti

Collage, sculture e ambienti di Flavio Favelli dialogano con gli spazi della Fondazione Adolfo Pini di Milano. La mostra Vita d’Artista si configura come una stratificazione di oggetti e simboli che dal 10 febbraio al 7 maggio 2021 innescano una riflessione sull’arte e la società.

Una casa come uno spazio comune, un luogo d’incontro e di scambi, dove suggestioni archetipali confluiscono in un contenitore d’altri tempi; una casa come spazio intimo, dove incontrare frammenti di un immaginario che è privato e collettivo, personale e inevitabilmente universale. Diventa l’una e l’altra la Fondazione Adolfo Pini, dal 10 febbraio al 7 maggio 2021, con la mostra Vita d’Artista, dedicata a Flavio Favelli.

Partendo dalla riflessione che Carlo Cassola fece nell’omonimo libro, Favelli interviene nella casa che fu di Adolfo Pini (1920-1986) e prima di lui del pittore Renzo Bongiovanni Radice (1899-1970) alla ricerca di un confronto tra il passato, la sua eredità e l’opera dell’artista. In questo modo l’arte si trova a confrontarsi con altre dimensione del pensiero umano, dalla politica all’impegno sociale.

Come è proprio di una casa museo, i suoi interventi sono capaci di narrare a più livelli contemporaneamente: storie e memorie personali, di vita familiare, conflitti e singole vicende; e collettive, gli usi, l’abitare, gli stili di un’epoca, l’immaginario condiviso.

 

Francesca Guerisoli, Cortocircuiti dinamici, testo critico per la mostra Vita d’Artista

Silva assemblaggio, cassette portabottiglie e stoffa 212x33x175 cm. 2016 foto Dario Lasagni courtesy Studio Sales, Roma
Silva, assemblaggio, cassette portabottiglie e stoffa, 212x33x175 cm. 2016. foto Dario Lasagni courtesy Studio Sales, Roma

Il contesto è quello prediletto da Favelli: uno spazio dove innestare le sue opere, come d’abitudine ricavate da vecchi oggetti d’arredamento e di uso comune. Questi si riconnettono sia all’estetica borghese degli ambienti familiari in cui è cresciuto, sia a quella del consumo prodotto dall’industria e dalla pubblicità. In questo caso il luogo non è però libero, ma carico dei mobili e quadri di pregio, tappeti e vasi cinesi che adornano la casa.

Ne scaturisce una sovrapposizione di senso e simboli che non schiaccia i singoli elementi ma li esalta in una contesto eterogeneo. Sono oggetti di una quotidianità passata ma inconsciamente presente ancora oggi. Il confronto tra passato e presente si dispiega dunque su vari livelli, da quello estetico a quello commerciale, da quello sociale a quello sentimentale.

Lo stesso titolo Vita d’Artista racchiude l’intenzione di manifestare un vissuto complesso, dove la realtà penetra nell’esistenza dell’artista per uscirne chiarificata, compresa e forse anche rinnovata.

Vita D'Artista, Flavio Favelli © Fondazione Adolfo Pini, 2020. Credits Andrea Rossetti
Vita D’Artista, Flavio Favelli © Fondazione Adolfo Pini, 2020. Credits Andrea Rossetti

Commenta con Facebook