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L’arte è necessaria. La protesta di Thomas Hirschhorn

Thomas Hirschhorn

“Chiudere i musei è una decisione ideologica, non una decisione sanitaria” dice l’artista svizzero Thomas Hirschhorn, intervistato da Louisiana Channel.

Durante il secondo lockdown, per due mesi e mezzo, Thomas Hirschhorn (Berna, 1957) ha allestito una piccola mostra sul marciapiede di fronte al proprio studio. L’obiettivo, contestare l’idea secondo cui l’arte sia un semplice passatempo, non necessaria alla vita di tutti i giorni. L’artista ha così difeso la cultura in tempo di crisi “Tocca a noi, artisti e istituzioni, dire di no. Dobbiamo combattere!”.

L’artista, noto per i suoi progetti ambiziosi all’interno di spazi pubblici, sta preparando l’opening della sua mostra Community of Fragments presso la rinomata Kunstforeningen GL STRAND, nel cuore di Copenhagen. “Penso che il messaggio dei governi sia chiaro: l’arte non conta. Infatti – e questa è una dura lezione – dobbiamo capire questo: non conta, non è importante, è solo per divertimento. Per i weekend, come Disneyland”. 

Thomas Hirschhorn

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