Appellandosi ai dolorosi tagli del personale, Christie’s ha bloccato l’accesso pubblico al suo famoso archivio di cataloghi d’asta, per decenni una risorsa importantissima per studiosi, commercianti e tutti i professionisti del mondo dell’arte.
L’archivio della sala vendite di Christie’s a King Street, Londra, è considerato l’archivio di aste più completo al mondo, contenente documenti esaustivi su acquirenti e prezzi di vendita risalenti alle prime vendite dell’azienda nel 1766. Ma in seguito alla forzata riduzione del personale di archivisti che supervisiona la raccolta, l’accesso da parte del mondo esterno è al momento sospeso.
A titolo di cortesia, Christie’s ha precedentemente fornito informazioni di archivio gratuite a scopo di ricerca. Tuttavia, con rammarico, il team degli archivi ha dovuto essere ridotto e ora può soddisfare solo le esigenze dei nostri team di specialisti.
In un articolo del 2019 pubblicato sul sito web di Christie’s, il capo bibliotecario della casa d’aste, Lynda McLeod, offriva alcuni spunti sul ruolo che l’archivio gioca nel mondo dell’arte.
Di tanto in tanto, clienti o mercanti d’arte chiedono il nostro aiuto. Due giorni alla settimana, su appuntamento, apriamo gli archivi a ricercatori o curatori che desiderano saperne di più sulle proprie collezioni. Dedichiamo molto tempo ad aiutare le persone con i loro cataloghi ragionati e gli studenti con le loro ricerche.
Un passato che ora appare remoto, ma che già nel novembre 2020 non era già più così attuale. Dirk Boll, presidente di Christie’s per Europa, Medio Oriente, Russia e India, aveva infatti parlato della chiusura, causa pandemia, dell’edificio che ospita gli archivi.
Abbiamo dovuto constatare l’impossibilità di soddisfare le richieste di agenzie esterne. Tante informazioni sono state così trasferite online e un’alta percentuale di ricerche viene effettuata in questo modo, anche per le necessità interne.
Nonostante la casa d’asta assicuri che continuerà a raccogliere e conservare i dati nel modo più oculato possibile, non nasconde che le modalità tramite cui sarà possibile accedervi sono da ancora da stabilire. “Esploreremo modi in cui possiamo sviluppare l’accesso in futuro“, ha aggiunto Boll. L’accesso ai documenti in futuro appare dunque piuttosto incerto.