#narrandoBO è la prima serata di spettacolo dal vivo che racconta la città di Bologna, attraverso differenti linguaggi artistici, la cui cifra comune è quella dell’autorialità. E il palco non è sempre quello tradizionale, perché a questi performer piace esibirsi anche dalle finestre…
A Bologna c’è un’idea, che prende la forma di un concept raro, prezioso e dà vita ad un appuntamento fisso tra artisti professionisti e la città. Il suo nome è #narrandoBO, un’associazione di promozione sociale che ogni mese organizza una serata eclettica presso Spazio Altrove (viale Pepoli 62a). Il palcoscenico, dove gli unici comuni denominatori sono l’autorialità e il racconto della città di Bologna, ospita performance di stand-up comedy, slam poetry, interpretazioni di monologhi, musica e opere audiovisive. Il tema varia ogni sera, ma è sempre legato a doppio filo con l’oggi di chi abita all’ombra dei portici: San Luca, i riders, Lucio Dalla, la difficoltà di trovare casa in una città universitaria, per citarne alcuni.
L’anno zero di #narrandoBO è il 2016, quando Bianconi, attore e autore, conclusi gli studi all’accademia teatrale Galante Garrone,si riprende con una webcam recitando un monologo inedito chiamato “Lo straccio” e lo pubblica in rete con l’hashtag #narrandoBO, trovando un possibile pubblico. In seguito, Quadrelli, compagna di studi teatrali di Leonardo, dopo essere stata spettatrice di una sua performance, intravede uno spazio ideale in cui sperimentare è possibile. Infine, l’attore e videomaker Merati, bergamasco formatosi nella compagnia Spaz10 Teatro e unico forestiero di #narrandoBO, decide di volere essere parte di quel mondo dopo avere assistito all’evento conclusivo del primo anno del format bolognese. Spesso è così che funziona: chi è spettatore, se fa parte della comunità artistica della città, diventa parte integrante del progetto. Infatti, sebbene la direzione artistica sia di Leonardo, Giulia e Leo, l’essenza di #narrandoBO trascende i confini mettendo in rete artisti che utilizzano linguaggi differenti, la cui storia è legata alla città di Bologna.È uno spazio di esposizione protetto e unico, in cui è possibile sperimentare e raccontare sé stessi attraverso la narrazione della città.
Inevitabilmente a marzo 2020 chiudono le serrande di Spazio Altrove. Tocca, come a tutti, reinventarsi. #narrandoBO decide di fare una sosta e dedicarsi al dietro le quinte, evitando di affollare ulteriormente di contenuti il mondo del web.
Solo a giugno inizia una ripresa, sebbene atipica, dell’attività scenica. L’associazione culturale PeacockLAB ingaggia #narrandoBO per una serie di serate a Borgo Mameli, ex birreria di una caserma ottocentesca restaurata e restituita alla città. Si riapre il sipario, il format è sempre lo stesso, ma in versione site-specific. Gli artisti si esibiscono dalle finestre del Borgo, rinominato Casa Mameli, rivolgendosi dall’alto al pubblico che consuma l’aperitivo.Da ogni finestra i personaggi si raccontano: i vicini di casa Giulia e Leo, il Poeta che declama i suoi versi al borgo, Dolores la spagnola che intona brani di Flamento (il flamenco lamentoso), Francesco Petruzzelli con le sue favole rivisitate in chiave piccante e infine Leo Meratiche propone stabilmente la sua rubrica “Zero Pressing” dove lo sport si intreccia con aneddoti sulla città.
Conclusasi la parentesi estiva, #narrandoBO apre con successo i corsi di teatro per non professionisti, ma il lockdown di ottobreimpone un nuovo arresto delle attività in presenza. La seconda ondata ha sancito l’impossibilità di tornare a fare spettacolo fino a data da destinarsi. Così i tre autori del progetto si interrogano su una possibile forma alternativa, che tuttavia non tradisca la mission dell’associazione. L’eureka arriva da un’idea di Leo Merati: una newsletter. Non è più il pubblico a recarsi allo spettacolo, ma è #narrandoBO che raggiunge il suo pubblico, permettendo allo spettatore virtuale di fruire il contenuto in una dimensione personale, uno spiraglio di intimità nello sproloquio della corsa alla digitalizzazione. L’appuntamento del venerdì con #narrandoBO è entrato nella routine settimanale degli iscritti, assicurando al progetto una continuità e coerenza rispetto al tono di voce del format originale.Inoltre, questa modalità permette alla rete di artisti bolognesi di coinvolgere professionalità che non trovano espressione nello spettacolo dal vivo, come illustratori e scrittori.
“E mi sogno i sognatori che aspettano la primavera
O qualche altra primavera da aspettare ancora
Fra un bicchiere di neve e un caffè come si deve
Questo inverno passerà”
(I treni a vapore – Ivano Fossati)
A Bologna c’è un sogno, che vuole prendere la forma di uno spazio netto dentro le mura, un appuntamento quotidiano con la città. I sognatori si chiamano Leonardo, Giulia e Leo e se chiedi loro dove vedono tra 5 anni #narrandoBO questa è la risposta.
Vuoi ricevere anche tu la newsletter di #narrandoBO? Manda una mail a narrandobo@gmail.come scrivi “mi iscrivo”. Facile.