Gli Uffizi lanciano la seconda edizione di On Being Present, viaggio virtuale alla (ri)scoperta delle figure di colore nei capolavori della collezione. Da ora online sul sito della Galleria.
Un invito a cambiare prospettiva, a rileggere l’arte da nuove angolazioni. In occasione del Black History Month Florence, la Galleria degli Uffizi si apre a una reinterpretazione delle proprie collezioni, avviando un vero e proprio recupero delle figure africane presenti nei dipinti dei grandi maestri di cinque e seicento.
Dopo il successo della prima edizione (che, con oltre 270mila visualizzazioni, è stata la mostra più “visitata” del 2020), il museo ha deciso di riproporre On Being Present, continuando così ad affermare il proprio contributo nella strada verso una rilettura inclusiva e democratica della storia.
Un tema perfettamente all’ordine del giorno, quello dell’inclusività culturale, ancor più sentito ora, dopo le recenti manifestazioni del movimento Black Lives Matter. In un contesto vivo e in evoluzione come questo, la presa di posizione di musei e istituzioni culturali, spazi di mediazione tra testimonianze passate e pubblico contemporaneo per eccellenza, assume un ruolo cruciale nell’aiutare i propri visitatori a comprendere e interpretare la storia.
I dipinti scelti vengono mostrati sotto una luce inedita, capace di fondere elementi storici e sociali in modo da restituire un voce a personaggi che per secoli non hanno neanche avuto la possibilità di parlare, come sottolinea Eike Schmidt, direttore della Galleria.
Dall’ancella dipinta da Artemisia Gentileschi nel suo David e Betsabeaal re magio di Filippino Lippi, passando per lo studio di Katerina realizzato da Dürer nel 1521, appare chiaro il ruolo che queste figure ricoprivano nell’immaginario collettivo dell’epoca. Ma l’intenzione è proprio quella di partire dalla testimonianza storica per poi trascenderla, riconoscendo le responsabilità che, nel presente, ciascuno di noi deve avere.