Fondazione Torino Musei, Palazzo Madama, Esterni
Palazzo Madama, capolavoro architettonico di Torino, è pronto a rinascere a nuova vita. Prende il via il grande progetto di restauro della facciata juvarriana: un mix di tradizione e innovazione, il recupero di tutti i blocchi di marmo con l’inserimento di “protesi” in acciaio. E i visitatori potranno «spiare» i lavori attraverso un sistema di videocamere e ascensori montacarichi.
A promuovere l’intervento di messa in sicurezza della facciata juvarriana è la Fondazione Torino Musei, che entro la primavera pubblicherà il bando di gara per l’affidamento dei lavori: obiettivo, il 2023. A finanziarli con 2,4 milioni di euro sarà la Fondazione CRT, storico e principale sostenitore privato di Palazzo Madama, che in totale ha già stanziato 16,6 i milioni.
Tradizione e innovazione
L’intervento sarà una vera e propria “operazione chirurgica” che mescolerà antiche tecniche artigianali con metodologie all’avanguardia. Da una parte si risaneranno le principali lacune attraverso il rifacimento di parti identiche all’originale, utilizzando la stessa pietra di Foresto appositamente recuperata. Dall’altra saranno utilizzati, nelle parti nascoste dell’edificio, materiali contemporanei come le fibre di carbonio, resina e acciaio inox. In dettaglio, sono sei le fasi utili a riportare la facciata al suo antico splendore. Il restauro dell’apparato architettonico e decorativo. Il consolidamento strutturale dei soffitti e degli architravi lapidei. La sostituzione delle quattro monumentali statue allegoriche del pronao con copie identiche. Il restauro e il consolidamento strutturale dei serramenti lignei. La revisione e l’adeguamento dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche della copertura. Il recupero dei sotterranei circostanti il palazzo.
“Non credo esista in Torino – spiega il presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario – un altro monumento le cui pietre racchiudano 2000 anni di storia, al pari di Palazzo Madama. Dall’insediamento romano agli Acaia, i Duchi di Savoia, le Madame Reali, sino al Senato del Regno di Italia, una carrellata ineguagliabile di gestione del potere civico e statale. A trecento anni dalla trasformazione da fortezza a capolavoro dell’arte barocca, si rende necessario un grandioso lavoro di restauro”
Le quattro monumentali statue allegoriche
Sopra la balaustra sono poste quattro sculture in marmo di tre tonnellate ciascuna alte 4 metri. Rappresentano le allegorie delle virtù del buon governo o virtù cardinali, Giustizia, Prudenza, Temperanza e Fortezza, e sono state scolpite da Giovanni Baratta nel 1726. A causa del degrado in superficie e della frammentazione dei blocchi, quelle statue verranno rimosse con un filo d’acciaio, inserite in speciali gabbie, restaurate e musealizzate. Al posto degli originali saranno inserite quattro copie identiche. Recuperati e restaurati anche gli undici finestroni vetrati di 50 metri quadrati ciascuno, i più grandi serramenti barocchi realizzati in Piemonte.
Indagini scientifiche
Il progetto, approvato dal MIBACT e dalla Soprintendenza di Torino e “firmato” dall’architetto Gianfranco Gritella, è il risultato della prima indagine a 360 gradi delle problematiche della facciata, anche attraverso l’ispezione di “camere nascoste” nel cornicione. Il restauro prende così le mosse dagli esiti del cantiere studio, dove con il coinvolgimento del Politecnico e dell’Università degli Studi sono state condotte indagini scientifiche sui materiali e sulle alterazioni intervenute nel tempo. È così che si è scoperto che il marmo di Foresto utilizzato soffre di un “male antico” legato alla propria friabilità, che ha innescato problemi di conservazione e cedimenti strutturali sin dalla nascita di Palazzo Madama.
“Il grande cantiere attiverà un doppio circolo virtuoso per la ripresa: sosterrà l’attività e l’occupazione nelle imprese del Nord Ovest coinvolte nei lavori, e consentirà a Fondazione CRT di mettere a disposizione del recupero del patrimonio artistico ulteriori risorse per 1,5 milioni di euro grazie all’Art bonus – dichiara il Segretario Generale di Fondazione CRT Massimo Lapucci –. È un investimento strategico in ottica ‘recovery plan culturale’, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’arte nel presente e di trasmetterla in eredità alle prossime generazioni”.
Il restauro live e il cantiere della conoscenza
Un “cantiere della conoscenza” consentirà, già nelle fasi iniziali, di esplorare parti dell’edificio “nascoste”. Sono le cosiddette “Cantine Juvarriane”, gli affascinanti sotterranei dello scalone monumentale, l’area del fossato antistante la facciata e gli ambienti che, sino agli inizi dell’Ottocento, conducevano da Palazzo Madama verso l’Armeria Reale. Ma non solo. All’interno di un padiglione realizzato ad hoc in prossimità del bene Unesco, dove è oggi è in corso la World Press Photo, il pubblico potrà assistere alle principali fasi di restauro delle quattro grandi statue allegoriche: un sistema di videocamere trasmetterà su alcuni schermi a terra gli interventi più significativi. Un ascensore montacarichi, inoltre, consentirà di condurre gruppi di visitatori in determinate aree del cantiere, sino alla balaustra sommitale. Al termine dell’intervento, una mostra illustrerà la storia millenaria dell’edificio e i restauri, e consentirà di conoscere parti del palazzo oggi sconosciute al grande pubblico.
Qui il sito web di Palazzo Madama