La rubrica culturale di Rai5, Art Night, torna sul tema delle opere d’arte trafugate e poi tornate a casa in modo rocambolesco. La serata, in onda venerdì 12 marzo alle 21.15, si chiama “A volte ritornano” e comprende due documentari in prima visione, preceduti da un’intervista alla direttrice delle Gallerie Barberini Corsini di Roma, Flaminia Gennari Santori.
Si comincia con Fiori su tela, di Emanuela Avallone e Silvia De Felice, con la regia di Monica Madrisan, prodotto da Rai Cultura. Il titolo fa riferimento alla sparizione del “Vaso di fiori” di Jan Van Huysum, un dipinto di eccezionale valore storico ed artistico acquistato dal Gran Duca Leopoldo II di Lorena nel 1824, ed ora esposto a Palazzo Pitti, a Firenze. Passano oltre settant’anni prima che il quadro possa tornare agli Uffizi nel dicembre 2019. Che cosa è accaduto?
È il 1943 e l’esercito tedesco, con l’inganno, svuota alcuni depositi segreti nella campagna toscana portando via circa cinquanta casse: contengono alcune delle opere più preziose del nostro patrimonio, che i funzionari delle Gallerie degli Uffizi di Firenze avevano nascosto per evitare i danni dei bombardamenti. Sono opere di Botticelli, Giotto, Cimabue che partono così alla volta della Germania. Fortunatamente gli eventi della storia rendono difficile il trasferimento, e nel 1945 l’esercito alleato recupera le opere in Val Passiria e le riporta a Firenze, dove le ammiriamo ancora oggi. Tutte tranne nove opere, di cui si perdono le tracce. Tra questi il “Vaso di fiori”.
Il documentario inedito di Rai Cultura
Il documentario ricostruisce le indagini complesse e il delicato dialogo di diplomazia internazionale, momenti di stallo e colpi di scena, raccontati dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, con la ricostruzione puntuale e appassionata del Tenente Colonnello Lanfranco Disibio, che ha guidato gli ultimi anni dell’indagine come comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze. Il ruolo della diplomazia italiana viene raccontato dall’Ambasciatore d’Italia a Berlino, Luigi Mattiolo; l’arrivo delle opere a San Leonardo in Passiria (Bolzano) è ricostruito da Judith Schwartz, curatrice del Museo Passiria, e le vicende della grande storia che fanno da sfondo alla vicenda, sono raccontate dalla storica Isabella Insolvibile.
Segue il docu-film francese in prima visione Rai, 21, Rue la Boétie. La galleria Rosenberg di Virginie Linhart, prodotto da France Télévisions. Negli anni tra le due guerre, la galleria 21, Rue La Boétie di Parigi si affermò come una delle più importanti d’Europa grazie al leggendario occhio e al talento di Paul Rosenberg, amico di Picasso, Braque, Matisse. Nel giugno del 1940, la resa francese contro l’esercito del Terzo Reich costrinse i Rosenberg all’esilio a New York per fuggire dall’antisemitismo di stato. 21 rue La Boétie, requisita e saccheggiata dagli occupanti tedeschi, diventa l’Istituto per lo studio delle questioni ebraiche.
Alla fine della guerra, tornato in Francia, Paul Rosenberg scopre che la maggior parte della sua collezione è stata rubata dall’esercito nazista e da quel momento dedica il resto della sua vita alla ricerca dei quattrocento dipinti mancanti. Se oggi si possono ammirare i capolavori della collezione Rosenberg, è grazie a questa ricerca incessante che non si è fermata fino alla sua morte. Attraverso una lunga intervista inedita ad Anne Sinclair, nipote di Paul Rosenberg, il documentario ripercorre la vicenda con immagini d’archivio ed illustrazioni grafiche animate e grazie a numerose fotografie, lettere e documenti inediti della famiglia Rosenberg.