“[…]Un amico l’altro giorno mi ha portata in un posto sorprendente, l’Augusteo […]
è uno dei posti più silenziosi e solitari di Roma. La città vi è cresciuta intorno durante i secoli… è come una ferita preziosa, come una tristezza a cui non vuoi rinunciare, perché è un dolore troppo piacevole.
Tutti vogliamo che le cose restino uguali, David, accettiamo di vivere nell’infelicità perché abbiamo paura dei cambiamenti, delle cose che vanno in frantumi, ma io ho guardato questo posto, il caos che ha sopportato, il modo in cui è stato adoperato, bruciato, saccheggiato, tornando poi ad essere sé stesso, e mi sono sentita rassicurata.
Forse la mia vita non è stata così caotica, è il mondo che lo è, e la sola vera trappola è restare attaccati a ogni cosa.
Le rovine sono un dono. La distruzione è la via per la trasformazione.
Anche in questa città eterna l’Augusteo mi ha dimostrato che dobbiamo essere sempre preparati ad ondate infinite di trasformazioni. Sia io che te meritiamo di più che stare insieme perché altrimenti abbiamo paura di essere annientati”.
Dal film di Ryan Murphy, Mangia, Prega, Ama del 2010. Estratto dal monologo di Elizabeth (Julia Roberts).
Non poteva essere scelto un incipit più puntuale e poetico per descrivere la peculiarità di uno dei monumenti più importanti e controversi della storia di Roma che solo oggi, a marzo 2021, riapre i battenti: il Mausoleo di Augusto.
Nel 2006 l’Amministrazione Capitolina ha bandito URBS ET CIVITAS, un progetto di ampio respiro per la riqualificazione del monumento e dell’area circostante, con la conseguente chiusura del sito nel settembre 2007 per un’indagine archeologica preliminare. Il progetto di valorizzazione, coordinato dall’Architetto Francesco Cellini, prevede la realizzazione di due ampie cordonate che, partendo una dall’abside della Chiesa di San Carlo e l’altra da Largo San Rocco, dovrebbero scendere fino all’antico lastricato in travertino che fronteggia l’ingresso del sepolcro imperiale.
La riapertura era programmata per la primavera del 2019.
La Fondazione TIM, presieduta da Giuseppe Recchi, ha stanziato circa 6 milioni di euro per il restauro, sommati ad altri fondi per la valorizzazione (anche tecnologica) dell’intero sito.
Si è deciso di servirsi del restauro conservativo per assicurare la piena accessibilità ma anche la leggibilità storico-archeologica tanto dell’edificio antico quanto delle fasi storiche successive.
Dei 13.000 mq di opera muraria, circa la metà risale alla fase originaria ed il resto alle fasi posteriori: medievale, rinascimentale, sette e ottocentesca, fino ad arrivare agli interventi fascisti degli anni ’30 del XX secolo. Altro obiettivo di questa grande sfida di riqualificazione era di valorizzare il sito non più solo come mausoleo ma anche come ‘Museo di Augusto’, con l’intento di collegarlo, materialmente e metaforicamente, all’altro imponente edificio augusteo che sorge nell’area limitrofa: l’Ara Pacis.
Dalle ultime scoperte archeologichesono emerse nuove verità sull’antico aspetto del sepolcro. Non è solo la tomba circolare più imponente al mondo (con un diametro di 87 metri) ma si è scoperto che la sua forma, fino ad oggi considerata conica per il crollo di alcune pareti, era in realtà cilindrica e che il corpo centrale delle concamerazioni circolari della struttura, oltre ad ospitare l’urna cineraria del primo vero imperatore di Roma, misurava un’altezza di 40 metri, sormontata da una grande statua marmorea di Augusto (con ogni probabilità molto simile alla statua dell’Augustodi Prima Porta). Il suo aspetto originario non doveva quindi discostarsi da quello che oggi conosciamo come Castel Sant’Angelo.
La porta d’ingresso si trovava a sud ed era probabilmente sormontata dalle tavole bronzee delle Res Gestae augustee (le iscrizioni sono visibili oggi sulle pareti esterne dell’Ara Pacis).
Circa un secolo e mezzo dopo la morte di Augusto il monumento cadde in disuso fino al medioevo quando, per volere della famiglia Colonna, divenne un castello. Successivamente saccheggiato, depredato e spoliato dei suoi marmi bianchi, cadde nuovamente in uno stato d’abbandono fino ad epoche più recenti. Da giardino pensile, ad anfiteatro per corride e spettacoli pirotecnici tra ‘700 e ‘800, ad Auditorium più famoso d’Europa in epoca umbertina fino ad arrivare ai restauri (non proprio attenti e puntuali) di epoca fascista. Dopo la Guerra ci si occupò con maggiore urgenza del ricollocamento e della risistemazione dell’Ara Pacis e il Mausoleo fu lasciato alle sue sorti.
Con i ritardi dovuti certamente anche alla situazione d’emergenza sanitaria in atto, due anni sono passati da quella apertura prefissata per il 2019 e il Mausoleo ha riaperto solamente il 1° marzo scorso. Quel che lascia perplessi, non sono tanto i tempi impiegati per un’operazione di restauro estremamente delicata, quanto l’immagine che si presenta oggi agli occhi dei cittadini: un cantiere ancora, quasi totalmente, in opera. L’area interna del monumento è agibile e visitabile (fino al 21 aprile gratuita per tutti e dal 22 aprile gratuita solo per i residenti romani) ma l’esterno è ancora un work in progress. Nel frattempo, citando il monologo d’apertura, ‘la città gli è cresciuta intorno’ tentando di rispettare quella ‘ferita preziosa’ e il valoroso ricordo di un’epoca di pace, prosperità, arricchimento e abbellimento voluta da Augusto. Il ricordo di una Roma grande e dalle grandi gesta, splendente nel suo marmo bianco.
Nella speranza che il nuovo Lockdown non causi ulteriori ritardi al termine dei lavori, ci si augura di poter presto usufruire delMausoleo nella sua totalità e della sua nuova piazza Augusto Imperatore, un grande spazio urbano dedicato ai cittadini e a quel filo, chiamato memoria, che collega passato e presente.