Gianluigi Colalucci ha legato per sempre il suo nome all’impresa titanica, durata 15 anni, del restauro della Cappella Sistina. Il maestro aveva rivelato al mondo la vera cromia degli affreschi di Michelangelo, ma alcuni colleghi lo avevano criticato nonostante la conferma scientifica di ogni suo intervento
L’annuncio dei Musei Vaticani
“Una giornata triste per i Musei Vaticani e per il mondo del restauro”. Con queste parole, il Direttore delle Gallerie Pontificie Barbara Jatta – intervistata da Vatican News – ha commentato la morte a Roma di Gianluigi Colalucci, nella notte tra il 28 e il 29 marzo.
Il restauro del secolo
Malato da tempo, il maestro si è spento all’età di 92 anni e nonostante i prestigiosi lavori che hanno costellato la sua intensa carriera di restauratore – da Raffaello a Giotto, da Leonardo a Guido Reni – sarà sempre ricordato come l’autore del “Restauro del Secolo“.
Il suo restauro, in quello che è stato il cantiere più importante del Novecento, ha infatti riportato alla luce la vera cromia degli affreschi della Cappella Sistina. Un lavoro titanico durato 15 anni (dal 1980 al 1994), un rischio da far tremare i polsi solo a sfiorarlo con il pensiero.
Uno dei momenti più delicati lo descrisse lui stesso nel corso di un’intervista: “Il giudizio universale ruota intorno alla figura del Cristo Giudice col braccio alzato e questo ha solo tre pennellate nell’occhio, cosa sarebbe successo se le avessi cancellate? Avrei distrutto un capolavoro patrimonio dell’umanità, come avrei potuto, dopo, continuare a vivere?”.
Quindici lunghi anni a tu per tu con il genio di Michelangelo, ma anche al cospetto di problemi tecnici di enorme responsabilità, con gli affreschi che avevano subito danni molto presto a causa delle infiltrazioni di acqua piovana, tanto che probabilmente i primi interventi di restauro risalivano alla fine del ‘500.
Un percorso avvincente, dalla prima prova di pulitura della patina scura accumulatasi nei secoli sulla superficie pittorica a causa del fumo delle candele e della polvere – descrisse l’emozione esaltante di trovare sotto un marroncino “un bellissimo ocra” – alla difficile decisione di affrontare tutta la volta e il Giudizio, incoraggiato dagli studi che negli anni Trenta aveva condotto in Vaticano il fondatore del Laboratorio di Restauro delle Pitture Biagio Biagetti.
Le critiche seguite al restauro
Da Claudio Strinati a Tomaso Montanari, tanti nomi illustri legati al mondo dell’arte hanno dedicato parole di elogio alla grandezza della sua opera. Eppure, a suo tempo, alcuni colleghi (e non solo) avevano criticato la sua impresa che aveva restituito al mondo il Michelangelo originario.
“Gran parte dei colleghi e degli storici dell’arte non ha capito quel restauro“, aveva raccontato recentemente durante un’intervista curata da Eleonora Pepe. “Perché la Sistina è così. Non perché è pulita troppo forte, ma perché è pulita fino al punto da recuperare la pittura di Michelangelo“.
Il suo restauro – con riscontri puntuali nelle analisi chimiche e scientifiche di ogni passaggio – aveva rivelato al mondo colori accesi e brillanti, una lettura nuova di uno dei più grandi capolavori della cultura occidentale.
Un passaggio dell’intervista di Barbara Jatta a Vatican News sembra mettere un punto definitivo alla vicenda:.
Colalucci si è distinto a livello internazionale non soltanto per aver avuto il coraggio, la forza, la capacità di affrontare il restauro del secolo. Gli allora direttori delle Gallerie di pitture e dei Musei Vaticani, Fabrizio Mancinelli e Carlo Pietrangeli, si sono decisi ad affrontare quel restauro perché avevano come tecnico, come figura di riferimento, Gianluigi Colalucci.
L’omaggio dell’ICR
Nato nel 1929 a Roma, Gianluigi Colalucci si era diplomato all‘Istituto Centrale per il Restauro (ICR), sotto la direzione di Cesare Brandi che considerava il suo grande maestro. L’Istituto ha voluto ricordare il Maestro dedicandogli anche un omaggio biografico a cura di Federica Giacomini:
È deceduto la scorsa notte il celebre restauratore degli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina. L’Istituto ha appreso con enorme tristezza della scomparsa di Gianluigi Colalucci, uno dei più illustri restauratori del Novecento.
“Io e Michelangelo”
Al restauro della Cappella Sistina seguì la laurea honoris causa in Fine Arts presso la New York University nel 1991. E, nel 1995, la laurea honoris causa in Conservazione e restauro di beni Culturali all’Università Politecnica di Valencia.
La sua intensa vicenda legata al genio di Michelangelo è stata raccontata dallo stesso Colalucci nel libro pubblicato nel 2015, “Io e Michelangelo. Fatti, persone, sorprese e scoperte del cantiere di restauro della Sistina”.