È proprio necessario sapere chi è Banksy? Forse saperlo farebbe perdere un po’ di magia. Questa, in sintesi, è la tesi di Banksy Most Wanted, il documentario in onda su Sky Arte, venerdì 2 aprile, alle 21.15.
Mentre le opere del misterioso artista continuano (suo malgrado?) a salire di valore nelle aste mondiali, tutti si chiedono dove sia Banksy e come faccia a trovarsi in tempo reale in tutti i luoghi e a trattare tutti i temi cruciali del pianeta globalizzato. Il film Banksy Most Wanted, selezionato nella sezione Spotlight Documentary al Tribeca Film Festival del 2020, racconta sotto forma di inchiesta giornalistica il percorso artistico e mediatico di Banksy, le implicazioni economiche del fenomeno, ma anche il suo incessante impegno umanitario.
Per qualcuno, raccontano i personaggi intervistati nel documentario (fra i quali l’ex agente di Banksy, Steve Lazarides), l’artista è uno dei componenti della band dei Massive Attack, Robert Del Naja; per qualcun altro, sarebbe il musicista dei Gorillaz, Jamie Hewlett. Di sicuro, c’è il forte legame di Banksy con il mondo del rock inglese, come testimonia anche il lavoro dell’artista per le copertine di alcuni album degli anni novanta. Per tutti gli interpellati è un genio, in qualche caso lo definiscono addirittura il Picasso dei nostri tempi.
Fra i momenti salienti del documentario, composto da filmati d’archivio oltre che da testimonianze, troviamo l’autodistruzione della “Ragazza con il palloncino”, poco dopo essere stato battuto da Sotheby’s per più un milione di euro, e l’opera contro i cambiamenti climatici a Port Talbot (Regno Unito). E ancora, il paradosso: gli abitanti di Folkestone, in Inghilterra, che manifestano per far rimanere un’opera di Banksy nella propria città.