“Da un’altra prospettiva”: il 7 febbraio dalla pagina instagram dell’exhibit designer Andrea Isola è nato un format che ha come focus l’allestimento analizzato da chi le mostre le crea, ci investe, le cura e le visita. Andrea ha intervistato 24 professionisti del mondo dell’arte tra direttori di fiere e musei, curatori, galleristi e giornalisti, rivolgendo a tutti la stessa domanda: “Sapresti indicarmi, tra le mostre che hai prodotto/curato/visitato quella in cui l’allestimento ha giocato un ruolo fondamentale e per quale motivo?” L’obbiettivo, come spiega Andrea, è quello di far emergere l’importanza che danno all’allestimento gli addetti al settore e sensibilizzare il pubblico su come il volto di una mostra possa cambiare a seconda delle scelte progettuali di allestimento che vengono fatte.
Il contributo #17 è di Filippo Di Carlo, gallerista della Galleria dello Scudo di Verona.
Filippo ci racconta l’allestimento della mostra “Necessità del colore” di Pietro Consagra, inaugurata alla Galleria dello Scudo nel 2007.
“Abbiamo inaugurato il nuovo layout degli spazi della Galleria dello Scudo con una mostra dedicata a Pietro Consagra, un’esposizione dedicata alle sue sculture in ferro colorato e di marmo.
Grandi, voluminose, imponenti a creare una sorta di viaggio spaesante per il visitatore che si ritrova catapultato attraverso questi grandi “alberi” colorati.
L’allestimento è di forte impatto visivo ed emozionale, elegante, raffinato e razionale.
I locali della galleria, sebbene di ampia metratura, sono considerati come luoghi dove esporre poche opere in un allestimento atto a creare una profonda sinergia tra visitatore e artista.”
(Filippo Di Carlo)
ANDREA ISOLA:
Vorrei fare una riflessione sull’ultima frase che ha scritto Filippo, che sottintende una caratteristica fondamentale di ogni allestimento: lo spazio vuoto.
Ebbene si, lo spazio vuoto è ciò che detta i tempi di lettura di una mostra, è ciò che, con un certo tipo di illuminazione, crea l’atmosfera adatta per offrire una determinata esperienza di visita al pubblico.
Lo spazio vuoto va vissuto, è parte integrante della mostra.
Ph: courtesy of Paolo Vandrasch