Su Arte in italiano, una serie di mini-excursus sulla storia dell’arte offre, di volta in volta, una reinterpretazione in chiave sensuale di alcuni capolavori arcinoti, di cui tutti conosciamo l’interpretazione più accreditata. Tocca a Venere e Cupido di Diego Velázquez.
“Nel 1914, una suffragette inglese tira fuori un coltello in mezzo alla National Gallery e lacera questo dipinto in favore della parità di genere. Tuttavia, vista da un’altra prospettiva, questa Venere è molto più inclusiva di quanto sembri”. Dopo Leda e il cigno di Michelangelo, l’attrice e professoressa di storia dell’arte Hortense Belhôt indaga Venere e Cupido, olio su tela di Diego Velázquez, databile agli anni 1647-1651 e conservato nella National Gallery di Londra.
La web-serie Si prega di non toccare, disponibile su Arte in italiano, propone infatti una rilettura sensuale e sovversiva di alcuni capolavori della storia dell’arte. A fare da fil rouge, il tema della sessualità, spesso introdotto (in maniera consapevole o meno) da un’opera: a dimostrazione che temi come il femminismo, la masturbazione e la sessualità non sono certo nuovi – legarli a storie antiche permette una riflessione più ampia.