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Il ruolo artistico della parola all’interno del Futurismo. La mostra a Monza

La LeoGalleries di Monza, dal 4 al 29 maggio, presenta la mostra Futurismo e Parole. Protagonisti dell’esposizione sono le grandi figure del movimento novecentesco, questa volta analizzate seguendo il filo rosso della parola.

La forza propulsiva del Futurismo, a più di un secolo di distanza, ancora non si è esaurita. La sua lunga scia riempie ancora gli occhi ed ispira i cuori di chi si fa trascinare nel suo vortice avanguardistico.

Tra questi c’è la LeoGalleries di Monza, che dal 4 al 29 maggio presenta la mostra Futurismo e Parole. Protagonisti dell’esposizione sono le grandi figure del movimento ispirato dal Manifesto di Marinetti edito nel 1909.

Al centro dell’allestimento ci sono le tele di Fortunato Depero con una delle opere dedicate al Caffè Irrera, R. M. Baldessari Natura morta con Lacerba e Picasso e Giulio D’Anna con l’iconico Il merlo e ancora Comunicazione, pubblicità e progresso.

A impreziosire la mostra vengono proposte alcune tavole parolibere estetiche firmate proprio da Filippo Tommaso Marinetti, tratte dal libro Le mots et liberté futuristes, due tavole parolibere di Depero eseguite a New York nel 1930 e la china su carta di Mino Delle Site.

Filo rosso dell’antologica, che propone tele e carte dagli anni Venti ai primi anni Trenta, è la parola, non nella semplice accezione comunicativa, ma autentico e innovativo elemento artistico.

In tutte le opere proposte in questa mostra la parola si fa immagine, non più solo da leggere ma da vedere. È la novità dei futuristi – racconta Maurizio Scudiero, massimo esperto italiano di Futurismo. Tecnicamente si tratta di opere, specie quelle di Depero, che anticipano il Lettrismo, poi codificato da Isidore Isou nei primi anni ’40, la cui idea fondante era quella di rinunciare alle parole in quanto tali e sostituirle con onomatopee.

Per Depero la parola diventa elemento pubblicitario, l’arte capace di abbracciare ogni istante della vita, tanto che per l’artista “la strada sarebbe diventata la sola galleria per i futuristi”. Per Baldessari, la parola inserita a collage nel dipinto, conferma come lui avesse, tra i primi in Italia, “guardato” a Picasso ed ai suoi papier collée. Per D’Anna, invece, le parole sono evocative di messaggi e idee quasi aeree. In mostra, come detto, anche le parolibere di Marinetti, capaci di raccontare storie e situazioni anche attraverso le onomatopee, così come le tavole parolibere di Deperos realizzate a New York nel 1930, che descrivono le montagne russe e il “tunnel dell’amore” nel luna park di Coney Island.

Informazioni

Titolo della mostra: “Futurismo e Parole”
Spazio espositivo: LeoGalleries, via De Gradi 10, Monza
Periodo: dal 4 maggio al 29 maggio
Orari di apertura: mar-ven: 15.00/19.00; sab 10:00/13:00 – 15.00/19.00

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