Un progetto espositivo che nasce come omaggio al ritratto del Cardinale Filippo Archinto che Tiziano realizzò nel 1558. 12 opere di Baselitz resteranno in comodato
Ai primi annunci, ammettiamo, la reazione è stata: ma dopo la grande mostra del 2019 alle Gallerie dell’Accademia, era davvero urgente vedere ancora importanti omaggi a Georg Baselitz a Venezia? Rilievo ovviamente superficiale, che poi cade del tutto andando a indagare la genesi di queste nuove mostre. Già, perché il celebre neoespressionista tedesco – vedremo – è assoluto protagonista anche alla Fondazione Vedova. Ma qui ci concentriamo su Archinto, la mostra allestita al piano nobile del Museo di Palazzo Grimani, curata da Mario Codognato.
Qui il legame del tutto speciale che sostanzia il progetto è dato dalle affinità elettive dell’artista con l’enigmatico ritratto del Cardinale Filippo Archinto che Tiziano realizzò nel 1558. Che oltre al titolo, fornisce a Baselitz le chiavi formali per il nucleo delle opere esposte, pressoché tutte recentissime, realizzate nel 2020. Dodici di queste tele – ecco un ulteriore legame che rende speciale l’evento – sono state realizzate appositamente per la Sala del Portego. E sono collocate nelle originarie cornici settecentesche a stucco, dove fino all’800 campeggiavano i ritratti della famiglia Grimani. Grazie a uno speciale accordo, queste opere rimarranno in comodato a lungo termine al museo per concessione dell’artista.
La mostra, prodotta da Gagosian in collaborazione con Venetian Heritage, trova comunque la sua sublimazione nel dialogo con gli straordinari patrimoni dello storico palazzo. Dove si innestano alla perfezione queste grandi opere – tele, oltre ad alcune monumentali sculture – nelle quali la sintesi formale dell’artista lo traghetta verso esiti vicini all’Espressionismo Astratto. Che peraltro riecheggia in questi ambienti, dopo la recente mostra dedicata a Helen Frankenthaler. Qui una galleria di immagini dalla preview stampa…
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