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Le imponenti Rovine di Nicolas Party a Lugano: la prima grande mostra monografica in Europa

Nicolas Party, Rocks, 2014, Pastello morbido su tela, 150 x 180 cm. Collezione Donald Porteous. Foto: Michael Wolchover © Nicolas Party

Fra mese di un mese, il 27 giugno 2021 (fino al 9 gennaio 2022), va in scena al Museo d’arte della Svizzera italiana “Rovine”, la prima grande mostra monografica di Nicolas Party (Losanna, 1980) allestita in un museo europeo. Con questo progetto immersivo l’artista ha dato vita a un universo straniante, contraddistinto da audaci contrasti cromatici, avvolgenti forme architettoniche e inaspettate decorazioni trompe l’œil, all’interno del quale sono messe in scena le sue magnetiche opere: ampi dipinti murali site-specific, intriganti sculture policrome e luminosi dipinti a pastello.

Questo ambizioso progetto espositivo è stato concepito dall’artista espressamente in relazione alla struttura della grande sala espositiva situata al piano interrato del MASI, nella sede del centro culturale LAC, dove è sorta un’imponente architettura a pianta centrale, articolata in cinque ambienti distinti dedicati ad altrettanti temi ricorrenti nell’opera di Nicolas Party: la natura morta, il ritratto, le vedute rocciose, le grotte e il paesaggio.

Nicolas Party, Still Life, 2017, Pastello morbido su tela, 140 x 110 cm. Museo d'arte della Svizzera italiana, Lugano. Deposito dell'Associazione ProMuseo. Foto: Isabelle Arthuis © Nicolas Party
Nicolas Party, Still Life, 2017, Pastello morbido su tela, 140 x 110 cm. Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano. Deposito dell’Associazione ProMuseo. Foto: Isabelle Arthuis © Nicolas Party

All’esterno di questa struttura Party ha realizzato quattro ampi dipinti murali a pastello ispirati ad altrettante opere di Arnold Böcklin (1827-1901), pittore svizzero fra i principali esponenti del simbolismo, raffiguranti enigmatiche vedute di edifici in disfacimento a cui fa allusione il titolo della mostra. Questi scenari monocromi e decadenti accolgono lo spettatore in un ambiente in netto contrasto con il tripudio cromatico che contraddistingue le opere e gli spazi interni dell’architettura. Come è sua consuetudine, l’artista ha infatti ulteriormente modificato lo spazio espositivo attraverso campiture di colori contrastanti e decorazioni di marmi policromi trompe l’œil, realizzate in collaborazione con Sarah Margnetti. Questa modalità di presentazione è centrale nel pensiero di Party: le sue esposizioni rappresentano un’opportunità per mettere in scena i dipinti e le sculture in un ambiente in grado di attivare nuove possibilità di lettura delle opere, ponendole in relazione non solo le une alle altre, ma anche allo scenario nel quale sono presentate.

Nicolas Party, Landscape, 2020, Pastello morbido su tela, 150.1 x 130.4 cm. Courtesy l’artista e Hauser & Wirth. Foto: Adam Reich © Nicolas Party
Nicolas Party, Landscape, 2020, Pastello morbido su tela, 150.1 x 130.4 cm. Courtesy l’artista e Hauser & Wirth. Foto: Adam Reich © Nicolas Party

L’allestimento presenta trentuno dipinti a pastello e quattro sculture dipinte (di cui una di grandi dimensioni collocata all’esterno del museo), opere realizzate tra il 2013 e oggi, alcune delle quali vengono presentate per la prima volta al pubblico. Questa accurata selezione evidenzia la predilezione dell’artista per una gamma cromatica estremamente vivace e una figurazione semplificata. I suoi soggetti sono delineati da campiture di colore circoscritte e contrastanti, secondo una strategia che può essere in parte ricondotta al suo singolare apprendistato artistico, che ha preso avvio con la realizzazione di graffiti.

Le composizioni di Party non nascono dall’osservazione del dato reale (non si serve di modelli e non realizza paesaggi en plein air), ma sono esclusivamente frutto della sua immaginazione. Sono caratterizzate da un’impostazione estremamente semplice e priva di qualsiasi riferimento temporale o ambientale. Sebbene i suoi soggetti non abbiano alcuna relazione diretta con la realtà, essi contengono nelle loro forme essenziali il minimo comun denominatore che porta lo spettatore ad associarli a entità chiaramente riconoscibili come volti, frutti o alberi. Ed è proprio la possibilità di elaborare un linguaggio universale e atemporale ad affascinare Party e a guidare la sua ricerca artistica.

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