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Spazio Berlendis. Un nuovo fulcro per le arti a Venezia

Spazio Berlendis, interno Spazio Berlendis, interno
Spazio Berlendis, interno
Spazio Berlendis, interno

Emanuela Fadalti e Matilde Cadenti raccontano come nasce Spazio Berlendis, nuova location espositiva che coniuga identità storica a soluzioni ipercontemporanee

Sottolineare, in questo particolare momento storico, l’importanza di sostenere la cultura con un forte segnale di ripartenza è una sfida che ci ha affascinato”. In un momento in cui le timide riaperture non diradano ancora il clima di crisi che la pandemia ha imposto in tutti gli ambiti, anche in quello culturale, c’è chi va in controtendenza. Imbarcandosi, proprio ora, in un’avventura decisamente impegnativa come un nuovo importante spazio espositivo a Venezia. Parliamo di Emanuela Fadalti e Matilde Cadenti, titolari ed animatrici della brillante galleria Marignana Arte, sempre in Laguna. Che ora, dopo un paio d’anni di lavori, alzano i veli sul nuovo Spazio Berlendis.

 

Lo Spazio Berlendis visto da Rio dei Mendicanti
Lo Spazio Berlendis visto da Rio dei Mendicanti

Una seconda sede della galleria? No, o almeno non solo: Berlendis nasce “dalla volontà di offrire alla città uno spazio di dimensioni adeguate ad accogliere eventi ed opere di vario genere e di dimensioni anche importanti”, spiegano le galleriste, madre e figlia, ad ArtsLife. “Nonché per dare a Venezia un’ulteriore opportunità di avviare collaborazioni internazionali ed interdisciplinari”. Che vivrà quindi di una sua autonoma programmazione: “un ambiente destinato a ospitare eventi legati non solo al mondo dell’arte contemporanea, ma anche dell’architettura, della letteratura, della moda, del design e della musica”.

300 metri quadri

Ma per trovare uno dei punti di forza dell’affascinante luogo occorre fare un passo indietro: risalire alla sua identità storica, che ne impronta il carattere attuale. Si tratta infatti della ex falegnameria dello Squero Fassi, uno dei più antichi di Venezia, tanto da essere conosciuto come Squero Vecio. Che si trova nel sestiere di Cannaregio, lungo il Rio dei Mendicanti, a pochi metri dalle Fondamenta Nuove e dalla Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Immortalato anche da artisti come Canaletto e Guardi. “Sul finire del 2019 abbiamo visto per la prima volta lo spazio, che all’epoca era un deposito di materiale sanitario che necessitava di un importante lavoro di restauro”, ricordano le due entusiaste promotrici. “Ne abbiamo intravisto subito le potenzialità, in primis per quanto riguarda le dimensioni: 300 metri quadri di superficie, affaccio sull’acqua e altezze, in alcuni punti superiori ai 4 metri”.

 

Matilde Cadenti ed Emanuela Fadalti
Matilde Cadenti ed Emanuela Fadalti

Il risultato? Molti lo potranno constatare a breve, il 5 giugno, quando aprirà al pubblico con la prima, importante mostra. Uno spazio dotato di standard espositivi di carattere museale, quanto a dimensioni, soluzioni impiantistiche e allestitive, potenzialità di illuminazione (naturale e artificiale), servizi (magazzini, una piccola foresteria, pure un’attrezzatissima cucina!). “Sicuramente la ristrutturazione è stata molto impegnativa”, confermano Fadalti e Cadenti. “Rispettare la struttura originaria, realizzare impianti moderni e versatili e conferire allo spazio una forte matrice contemporanea è stata una bella scommessa”.

Respiro internazionale

Quale sarà dunque l‘identità di Spazio Berlendis? “Sarà definita da coloro che parteciperanno all’attività dello spazio con progetti interessanti, di respiro internazionale e con coinvolgimenti in vari ambiti. Perché l’idea nasce dalla passione non solo per l’arte, ma per la cultura in senso più ampio; il tutto in un divenire di collaborazioni che saranno, speriamo, il punto centrale dell’intero progetto”.

 

Spazio Berlendis, la porta d'acqua
Spazio Berlendis, la porta d’acqua

E le collaborazioni emergono già nella citata mostra inaugurale: visto che le curatrici hanno voluto la collaborazione di alcune gallerie veneziane, da Alberta Pane a Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery, Caterina Tognon, Dorothea Van der Koelen, Ikona, la stessa Marignana Arte, Michela Rizzo, Victoria Miro. Che partecipano al progetto presentando le opere di un loro artista. Un parterre di assoluto rispetto, per la mostra “Rincontrarsi a Venezia”. Francesco Candeloro, Maurizio Donzelli, Maurizio Pellegrin, Fabrizio Plessi, Ferdinando Scianna, Joao Vilhena, Francesca Woodman, Toots Zynsky. E a “cucirne” le istanze espressive, un testo del filosofo Jonathan Molinari.

www.spazioberlendis.it

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