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La luce di Venezia. Una collettiva pittorica racconta la laguna, a Milano

Rémi Deymier_Photon's Lullaby, 2020_Huile sur toile 38 x 46 cm_Courtesy the artist
Rémi Deymier, Photon’s Lullaby, 2020, Huile sur toile 38 x 46 cm. Courtesy the artist

Galleria Poggiali porta a Milano la luce della laguna. REGARDING VENICE. A proposito di Venezia / Guardando a Venezia, porta in mostra tre artisti – Barbara De Vivi (Venezia, 1992), Giuseppe Di Liberto (Palermo, 1996) e Remi Deymier (Narbonne, 1993) – capaci di trasporre su tela il colore unico della città dei canali. L’esposizione è in programma a Milano dal 9 giugno al 6 settembre 2021.

Sono secoli che Venezia incanta gli occhi e ridesta gli animi. Innumerevoli le unicità che rendono la città sulla laguna inimitabile. I canali, la laguna, l’architettura ai limiti dell’immaginabile, l’arte, la cultura, la storia. E, su ognuna di queste cose, la luce. La luce di Venezia. Chiara, impalpabile, pulita. Poi, di conseguenza, i colori. Unici perché unica la luce, perché unica la città.

Non è però di certo facile spiegare a qualcuno quali sono le caratteristiche di questa luce abbagliante e ammaliante. Bisogna vederla, ma forse non basta. Bisogna viverla, bisogna immergersi in essa. Oppure trovare qualcuno che riesca a immortalarla, sulla tela, e portarla con sé.

É quello che ha fatto Galleria Poggiali nella mostra mostra REGARDING VENICE. A proposito di Venezia / Guardando a Venezia, in programma a Milano dal 9 giugno al 6 settembre 2021. A esporre sono tre giovani che, in modi diversi, hanno fatto propria la lezione della luce e del colore della laguna veneziana. Tutti provengono dall’Accademia di Belle Arti di Venezia, tutti in grado di raccontare quanto intenso sia l’influsso della luce e del colore della laguna, tutti propongono atmosfere senza limiti, tutti prediligono scenari enigmatici.

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Barbara De Vivi, La notte dell’anguria, 2020, olio su tela 85x70cm. Courtesy the artist

Barbara De Vivi ritrova questi aspetti nella mitologia da cui trae ispirazione per i suoi dipinti: l’artista considera ogni leggenda intrecciata ad altre provenienti da tradizioni diverse, in un grande racconto che attraversa le epoche. La sua ricerca pittorica indaga questa rete di iconografie che lega passato e presente.

Giuseppe Di Liberto considera tutti i suoi progetti nel campo di indagine del quotidiano, del tangibile e del contingente. La sua pratica non si limita a un solo canale formale ma evolve ricorrendo principalmente a scultura, pittura ed installazione sonora, coinvolgendo direttamente lo spettatore attraverso input sensoriali, spesso disturbanti.

Nei suoi ultimi lavori Rémi Deymier cerca una sintesi tra figurazione, astrazione e altri linguaggi acquisiti negli ultimi anni. “Cerco un equilibrio nell’intrecciare pennellate forti, astrazione, rappresentazione di animali, frammenti della storia dell’arte e vegetazione“.

Ad alimentare l’atmosfera sospesa e indefinita dell’esposizione, concorre inoltre il suo titolo. Regarder in francese vuol dire “guardare”, Regarding in inglese vuol dire “a proposito di”. Giocando sulle diverse sfumature delle tre lingue la mostra introduce subito il suo carattere mutevele. Un ulteriore riferimento è il quadro di Tancredi, Senza Titolo (A proposito di Venezia), del 1958.

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Giuseppe Di Liberto, Cenotafio, Lattice. Courtesy the artist

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