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Lettere trovate nel teatro magico #6

“Oggi non siamo qui a cercare un nuovo colore, ma quale sia tra le infinite tonalità di grigio quella giusta per noi.”

 

Caro Amico,
mai più di oggi confido in te.
Queste mie parole non possono che celebrare il valore della nostra giovanile relazione disinteressata, per me immutata oggi, così come lo era allora.
Veniva meno l’assenza che ora ci riunisce; mancava la distanza o forse, solo il poter essere lontani.

Ieri, dopo esserci incontrati per strada, mi hai esortato a scrivere ancora, mi hai ripetuto più volte di provarci, ed eccomi qui: ti sto scrivendo.
E mentre scrivo il pensiero va al ricordo di allora. E nel ricordo seguito a cercare quella forza, quando la vita splendeva nella nostra giovinezza; quando con tensione e dignità interiore affrontavamo tutto senza timore, con serietà e dedizione, mai scoraggiati; quando perfino a livello economico ero più gratificato di adesso.
Oggi non siamo qui a cercare un nuovo colore, ma quale sia tra le infinite tonalità di grigio quella giusta per noi.

Queste sono alcune delle mie ultime poesie: una selezione delle migliori e più rigide che tu abbia mai ricevuto di mio pugno.
Ho riempito quei vuoti che il tempo non mi aveva lasciato stipare, addensati in un lago salato sul tavolo.
E non scherzo quando dico che una l’ho scritta interamente stanotte. Ma non ti dirò quale. Forse proprio quella è la migliore. Ha magari un altro stile?

Caro amico, dovessero avere un qualunque stile, allora bruciale. Come feci io dopo aver dipinto quel quadro che piaceva a tutti.

E ricordati che ho fame; se puoi, mandami un anticipo. O torna perlomeno in montagna a trovarmi.

Grazie, il tuo

G S

Braci

Chi fa il sughero
chi le spine e chi il veleno.
La cera cola imprevedibile
e il tavolo si macchia di rosso.
Perché il lume
era pendente.
Ci affrontiamo ora
con stupore nello sguardo
incolpandoci a vicenda.

Non è un cane

Non è un soldato.
Non è un indiano
con le piume in testa.
I suoi pensieri si vergognano in lui
e non si sente più uomo.
Non è una corda.
Non è un cane.
Nemmeno è un pittore o un politico.
È due firme uguali.
Nudo costruisce un tavolo.
Nudo inventa un foglio
dove con il carbone
disegna una bestia prostrata.
Le sue opere
sono miracoli agli occhi
di chi vi si trova di fronte.
Pure nella forma e nella figura
e le proporzioni e la corporeità.
Dense del desiderio di chiarire
il mondo intero all’altro.

L’alito sull’acciaio a nasconderne la luce

Vorrei parlarti fraternamente
proprio per poterti dire
le cattiverie di cui solo un fratello
sarebbe capace.
Vorrei portarti buone nuove
o esserti di aiuto con la voce.
Ma non posso che usare
il coltello sempre in tasca con me.
Dal rituale alla legge
l’uomo è peggiorato fino a vivere
in scatole di colla e sassi.

Artefice

Non ti è stato detto tutto,
non ti è stato mai detto tutto.
Prima della bellezza non c’era sconcio.
La minor pena di un fiore è quella di essere bello.
Premierei alcuni insegnanti che ho avuto,
ma nemmeno io ho mai vinto niente.
Alcuni miei maestri
mentirono crudeli.
Farò le stelle, non i fuochi artificiali.
Sarò l’uomo del futuro.

Velare lo sguardo

Quelle colline, come seni della terra
nascondono alla vista le cose più lontane.
Gli alberi che depongono
il loro aspetto estivo,
spoliazione nei giorni sempre più freddi.
Piccola nebbia e trasudata bruma.
Mi guardo attorno senza nulla vedere,
sfocando la vista come da bambini per gioco.

Stagioni che si vivono una volta sola

Bambini di ieri
dimenticaste di non fare la guerra
in un giorno della vostra spensieratezza.
Perdendo nella neve le parole:
siamo uguali.
E se la neve non si sciogliesse
rimanendo ghiaccio per sempre?
Il denaro puzza di zolfo
e i bambini non hanno ricordi.

Casa di pena

Caro amico
fa che ti lucidi le scarpe.
E lo farò così bene
che mi chiederai di farlo con la tua casa.
Poi di portare libero il tuo cane.
Poi la tua persona.
E uscirai di qui.

La via

Cosa hai trovato sul sentiero,
quello battuto?
Una mela caduta
a chi ti ha preceduto.
E cosa addentrandoti nei rovi
e tra le spine?
Castagne funghi e mirtilli.
O rovine.

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