Imponente e maestosa come non mai. Riapre la Domus Aurea con un percorso di visita ricco di importanti novità: un nuovo ingresso che dal Colle Oppio immette direttamente nella Sala Ottagona ideato da Stefano Boeri, un nuovo apparato di illuminazione, sculture allestite presso il percorso di visita che precedentemente si trovavano nei depositi. E una mostra multimediale dedicata alla narrazione della scoperta della grottesche e dei capolavori di Raffaello che ne hanno tratto ispirazione, enfatizzata dal suggestivo allestimento e interection design progettati dallo studio Dotdotdot. Le immagini in anteprima
Il nuovo ingresso alla Domus Aurea
Il nuovo ingresso alla Domus Aurea al Parco di Colle Oppio – in una delle gallerie originata dalle sostruzioni delle Terme di Traiano si apre con una suggestiva passerella pedonale luminosa progettata da Stefano Boeri. Una discesa graduale e leggera, quasi sospesa nel tempo, accompagnata da una luce che guida il visitatore alla scoperta della stratificazione storica degli ambienti ipogei. Mentre un lontano sottofondo di musica e suoni disorienta i sensi, si sfiorano le rovine e la storia maestosa di Roma. Ed è solo l’inizio.
La sala ottagonale della Domus Aurea
L’approdo alla sala ottagonale, cuore della villa neroniana e della mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” è un salto immaginifico nella storia.
Non sempre la tecnologia è in grado di instaurare con le rovine un dialogo in grado di andare oltre quelle che, con il termine generico (e abusato) vengono denominate “contaminazioni” tra passato e il contemporaneo. Nel caso della mostra immersiva allestita nella sala ottagonale e negli ambienti circostanti invece, gli appartati multimediali progettati dallo studio di progettazione Dotdotdot non si limitano solo ad approfondimenti tematici ma permettono una nuova leggibilità di una delle più importanti meraviglie archeologiche del nostro paese. Alle proiezioni digital si aggiunge il progetto di sound design dall’emozionante potere evocativo e basato sulla musica dell’antica Roma e le melodie proprie del Rinascimento.
L’invenzione delle grottesche
In realtà Raffello è l’incipit di una straordinaria narrazione: quella dell’invenzione delle grottesche e della loro influenza iconografica in tutto il mondo, dal Rinascimento fino ai grandi artisti del Novecento.
Uno storytelling che inizia alla fine del Quattrocento con gli artisti appassionati di antichità – tra cui Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello e Giulio Romano – che, calandosi dall’alto in quelle che loro pensavano fossero delle “grotte sotterranee” iniziarono a copiare i motivi decorativi delle volte e che, proprio dalla loro collocazione, presero il nome di “grottesche”. Ignari di trovarsi al cospetto delle rovine del magnifico palazzo imperiale di Nerone progettato dagli architetti Severus e Celer e decorata dal pittore Fabullus.
Raffaello e la Domus Aurea
Se Pinturicchio è stato il primo artista rinascimentale a ripropone nelle proprie opere stilemi tratti dalla Reggia, Raffaello li ha riproposti organicamente in numerosi capolavori ricordati in questa esposizione curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa.
La mostra multimediale – nata nell’ambito delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello e rinviata a causa della pandemia – invita il visitatore ad approfondire in modo interattivo il tema delle grottesche nelle sue varie sfaccettature.
L’apparato multimediale della mostra alla Domus Aurea
Il visitatore stesso innesca questa narrazione muovendo il proprio corpo, simulando il riverbero della fiamma delle torce che un tempo le mani tremanti degli artisti che si calavano nelle “grotte” guidavano la scoperta delle meraviglie di quelle bizzarre decorazioni con animali fantastici mezzi umani e mezzi vegetali, motivi fitomorfi, arpie e strumenti musicali, vasi con perline e palmette.
Una menzione particolare meritano le immagini astronomiche proiettate sulla cupola della sala ottagonale dedotte dal globo sostenuto dall’Atlante Farnese, eccezionale prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Una riproduzione che parte da una delle storie più suggestive che accompagnano la fastosa reggia neroniana, raccontata da Svetonio secondo il quale “il più memorabile salone per banchetti “era rotondo e ruotava su se stesso tutto il giorno, continuamente, come la terra”. Sempre partendo dal racconto di Svetonio, alle immagini astronomiche si alterna la proiezione di una caduta di petali di rosa come pare avvenisse durante i banchetti dell’imperatore. Inoltre, come ben sintetizza la nota stampa “a orari stabiliti, il videomapping si dissolve mentre gli effetti di luce naturale dall’oculo centrale simulano il passaggio dal giorno alla notte. Solo pochi minuti, che consentiranno ai visitatori di apprezzare gli straordinari effetti diurni immaginati e realizzati dagli architetti di Nerone Severo e Celere“.
Il nuovo progetto di illuminazione della Domus Aurea
Anche le luci infatti – appositamente ideate da Erco – rappresentano un punto fondamentale della nuovo percorso di visita della Domus Aurea, rimarcando uno degli aspetti più sorprendenti della villa. Dove gli architetti Severo e Celere dimostrarono infatti tutta la loro genialità, utilizzando la luce dorata del sole come un elemento decorativo di primo piano.
Il nuovo progetto di illuminazione – realizzato da Erco su progetto del Parco del Colosseo – evoca dunque le torce dei pittori rinascimentali con un livello a tonalità più calde disposte dal basso verso l’alto e un colore neutro teso a simulare l’intensità della luce naturale con elementi disposti in base alla posizione delle aperture originali, assecondando i flussi luminosi progettati da Severo e Celere.
Le novità del nuovo percorso di visita della Domus Aurea
Le novità non si limitano quindi solo alla mostra multimediale ma interessano l’intero percorso di visita della Domus, con una serie di ambienti prima non visibili – perché ingombri da ponteggi – l’allestimento di alcuni reperti provenienti dai depositi e rinnovati apparati didattici.
Insomma, una Domus Aurea fruibile come mai fino ad ora, dove risulta ancora più emozionante scoprire in alto le aperture da dove si calavano i pittori del Rinascimento. Dove si era certamente calato lo stesso Raffaello, probabilmente incidendo la sua firma in una delle pareti come rivela una fonte proveniente dal Louvre.
Il nuovo percorso di visita della Domus Aurea, le dichiarazioni:
Il Direttore del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo
Alla conferenza stampa di presentazione della mostra la Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, dopo aver descritto le novità del percorso espositivo ha anche annunciato la collaborazione con il British Museum che, come ha spiegato, “attualmente ha in corso una mostra con su Nerone che si propone di dare una nuova luce a quello che era la la figura di questo imperatore. Che non è stato solo un imperatore con una serie di aspetti negativi ma ha avuto anche una serie di attività positive come l’urbanistica, l’architettura le arti“.
L’architetto Stefano Boeri
L’architetto Stefano Boeri ha sintetizzato il concept della passerella luminosa ideata dal suo studio di progettazione:
“Abbiamo realizzato questo ingresso all’interno di una delle gallerie che l’imperatore Traiano fece costruire quando si decise sostanzialmente di riempire di terra tutti gli spazi per costruire sopra il grande impianto termale” spiegando tutte le difficoltà del caso legato soprattutto alla pendenza molto importante delle due quote. “Quando entrerete in questa galleria – spiega – vedrete i resti degli impianti termali. Il progetto è costituito di tre parti: un inizio -che è un vestibolo un ingresso dove abbiamo anche dovuto fare i conti con un tema termico, rampe – che non sono appoggiate sulle volte – e infine l’approdo alla sala ottagonale schermato da una parete che ha le dimensioni del portale storico“.
Il Ministro Franceschini
A margine della presentazione stampa, l’intervento del Ministro Franceschini :
“La Domus Aurea viene arricchita oggi da un intervento di architettura contemporanea, realizzato da Stefano Boeri, che dimostra come si possano fare interventi contemporanei di qualità che svolgono una funzione e si conciliano perfettamente con la tutela e la conservazione del patrimonio del passato. È un’altra grande occasione di arricchimento del nostro patrimonio culturale in un luogo simbolo per tutta Italia e per tutto il mondo. Fra poco più di un mese – ha continuato Franceschini – si aprirà il G20 dei ministri della cultura all’interno del Colosseo. Questo è un modo per dimostrare che l’Italia investe sul futuro anche sulla base della grandiosità di quello che hanno fatto le generazioni che ci hanno preceduto“
Il Ministro della cultura si è poi soffermato sulla questione della gestione del Colle Oppio con una dichiarazione non proprio diplomatica come quelle che solitamente accompagnano simili manifestazioni. Si sa, nella Capitale ci troviamo in piena campagna elettorale per le prossime amministrative ma la situazione del parco è purtroppo quella descritta dal Ministro:
“La Domus Aurea è un luogo stupendo, adesso dobbiamo renderlo stupendo anche fuori, c’è un problema che si chiama parco di Colle Oppio. Siamo pronti anche come Parco archeologico del Colosseo a prendere in gestione il parco di Colle Oppio all’interno del Parco archeologico del Colosseo perché sarebbe il modo di renderlo, come è giusto che sia, uno dei luoghi più collegati al Colosseo in tutto il suo splendore, non invece nel degrado che in alcune parti è davvero imbarazzante e mal si concilia con lo splendore della Domus Aurea e del Colosseo“.
Informazioni
Raffello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche
Dal 23 giugno 2021 al 7 gennaio 2022
Info: www.raffaellodomusaurea.it