Quasi non si contano le medaglie napoleoniche. Una selezione delle quali -150- sono offerte da Nomisma (www.nomismaweb.com), nella vendita pubblica sammarinese del 1-3 luglio. Anzi è proprio alle medaglie napoleoniche che è stato affidato il compito di aprire la vendita.
Coniate in tutti i metalli, non poche di queste medaglie sono di buon livello artistico, talvolta coniate in piombo e con coniazione uniface. Come la medaglia della Battaglia di Marengo che, secondo gli esperti, segna “il trionfo del virtuosismo nella medaglistica moderna”. L’insieme è dominato dal profilo di Napoleone con capelli corti, circondato da trofei di bandiere e di armi. Al di sotto una minuziosa ricostruzione della stessa battaglia. E’ offerta a partire da 200 euro. Non meno affascinante la medaglia che unisce il passaggio del San Bernardo e la battaglia di Marengo con la Vittoria alata su un cannone al diritto e al rovescio undici chiavi sospese da un anello. In questo caso le palette si alzeranno da 1.000 euro.
La chiusura della vendita, il 3 luglio, è invece affidata a penne, orologi gioielli, libri di prestigio con i quali Nomisma apre il suo orizzonte a comparti diversi da quelli tradizionali della numismatica. Tra i top, in fatto di orologi, un Rolex Daytona, referenza 16528, con carica automatica, venduto nel 1991 e ora offerto a 45.000 euro.
Il core business della vendita resta tuttavia appannaggio delle monete che spaziano da quelle romane per finire ai giorni nostri, come la prova delle 500 lire d’argento del 1957 con bandierine rovesciate che, in fior di conio, è stimata 10.000 euro. La Zecca di Milano tra l’altro rappresentata dal doppio ducato di Ludovico Maria Sforza (1494-1500) giudicato un “mirabile prodotto” di un periodo in cui Milano fu “ineguagliato centro artistico e culturale, illuminato dalla presenza del Bramante e di Leonardo”. Splendido il ritratto del diritto, intrigante quello del rovescio. Stima: 30.000 euro.
Per poter concorrere al multiplo veneziano da 15 zecchini di Giovanni II Corner (1709-1722) pesante 51.72 grammi, servono, solo per iniziare, 60.000 euro.
Sempre ottimamente rappresentato il comparto dei Savoia nel quale le rarità si sprecano. Una sola segnalazione, le 20 lire d’oro del 1902 marchiate con l’ancoretta, stimata 50.000 euro.
Gli amanti del Liberty sapranno apprezzare la versione in oro del buono da 20 centesimi del 1906 spendibile all’interno della Fiera internazionale di Milano. Modellato da Egidio Boninsegna, ed inciso da Angelo Cappuccio, affigura una testa di Minerva avvolta da un nastro e sormontata dalle rappresentazioni dell’atte e dell’industria che sorreggono un diadema. L’esemplare proposto a 25.000 euro, fa parte della tiratura di 100 esemplari realizzati utilizzando il biondo metallo. Normalmente il buono fieristico venne battuto col rame e in quantità più consistenti, con conseguenti quotazioni assai più contenute. Che nel caso di esemplari circolati non arrivano a 20 euro.
