Yayoi Kusama (1929), questo video dalla Tate racconta l’epopea artistica e biografica dell’artista nipponica: dal Giappone rurale alla scena artistica di New York fino alla Tokyo contemporanea, in una carriera in cui ha continuamente innovato e reinventato il suo stile. La storia di un’ossessione divenuta arte.
Famosa per i suoi motivi a punti ripetuti, l’arte di Yayoi Kusama comprende una sorprendente varietà di media, tra cui pittura, disegno, scultura, film, performance e installazione immersiva. Dalle opere su carta con intense immagini semi-astratte, alla scultura morbida nota come Accumulations, ai suoi dipinti Infinity Net, costituiti da archi di pittura accuratamente ripetuti costruiti in grandi modelli.
Dal 1977 l’artista ha vissuto volontariamente in un istituto psichiatrico e gran parte del suo lavoro è stato contrassegnato dall’ossessività e dal desiderio di fuggire dal trauma psicologico. Nel tentativo di condividere le sue esperienze, crea installazioni che immergono lo spettatore nella sua visione ossessiva di punti e reti infiniti o di spazi infinitamente specchiati.
Al centro del mondo dell’arte negli anni ’60, è entrata in contatto con artisti tra cui Donald Judd, Andy Warhol, Joseph Cornell e Claes Oldenburg. Ha barattato la sua identità di “estranea” in molti contesti: come artista donna in una società dominata dagli uomini, come giapponese nel mondo dell’arte occidentale e come vittima dei suoi stessi sintomi nevrotici e ossessivi.
Dopo aver raggiunto fama e notorietà con eventi ed eventi artistici innovativi, è tornata nel suo paese natale ed è ora l’artista contemporanea più importante del Giappone.