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Casualità o omaggio (non dichiarato)? Gli aerei schiantati di Cattelan e di Parisi

Blind (2021), l’installazione di Cattelan all’Hangar Bicocca, e a destra Architettura dopo (1985), di Ico Parisi Blind (2021), l’installazione di Cattelan all’Hangar Bicocca, e a destra Architettura dopo (1985), di Ico Parisi
Blind (2021), l’installazione di Cattelan all’Hangar Bicocca, e a destra Architettura dopo (1985), di Ico Parisi
Blind (2021), l’installazione di Cattelan all’Hangar Bicocca, e a destra Architettura dopo (1985), di Ico Parisi

Blind (2021), monumentale installazione Cattelan all’Hangar Bicocca, mostra decise affinità con un’opera dell’architetto e designer Ico Parisi, scomparso nel 1996

Se fra i primi obbiettivi della mostra di Maurizio Cattelan all’Hangar Bicocca, come del resto di tutta la sua attività, c’è quello di accendere dibattiti e innescare riflessioni, ci siamo. Fin dalla preview è infatti partita una ridda di commenti, per un’esposizione che del resto suscitava grandissime attese. Noi, a pochi minuti dalla visita, non abbiamo potuto non notare la scelta quantomeno discutibile di riproporre come installazione cardine i celeberrimi piccioni già visti in due Biennali di Venezia. Altri hanno attenuato l’effetto “replica”, leggendo la sofferenza trasmessa con l’allestimento. Caroline Corbetta, “cattelaniana” storica, ha efficacemente sottolineato il dimesso bianco e nero, che contestualizza il solitamente squillante lavoro di Cattelan in un delicato momento storico.

Sulla nuova scultura in marmo, Breath (2021), più di uno ha colto marcati riferimenti ai “dormienti” di Mimmo Paladino. In sé, riferirsi a opere già conosciute, in un quadro dell’arte contemporanea che ormai ha metabolizzato ogni tipo di appropriazione, è peccato davvero veniale. Quand’anche fosse fondato. Ma resta il fatto che dal genio di Maurizio Cattelan, specie in questa mostra che per certi versi dovrebbe segnare una reale “ripartenza”, ci si aspetterebbe qualcosa di deflagrante, uno choc capace di risvegliare animi e coscienze per troppo tempo quiescienti.

Osservazione che ora si allarga anche a Blind (2021), la monumentale installazione minimalista che invade il Cubo dell’Hangar, e che vuole rievocare – o magari esorcizzare – il dramma delle Twin Towers. Chi avesse dimestichezza con la Pinacoteca Civica di Como lo avrà notato fin da subito; noi ammettiamo che ne abbiamo avuto contezza grazie alla circolazione sui social. Fatto sta che l’enorme aereo che impatta un parallelepipedo fino ad esserne inglobato mostra decise (inquietanti?) affinità con un’opera dell’architetto e designer Ico Parisi, scomparso nel 1996. Si intitola Architettura dopo, ed è un acrilico su tela del 1985, esposto appunto nel museo comasco. Casualità? Omaggio non dichiarato? A ognuno le sue conclusioni…

https://pirellihangarbicocca.org/

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