Due opere dell’artista dissidente Ai Weiwei sono state rimosse dal sito del nuovo M+ Museum di Hong Kong. La decisione dell’autorità statale pare però incoerente e fa molto discutere.
All’inizio di quest’anno, la notizia che il nuovo M+ Museum di Hong Kong non avrebbe esposto la fotografia di Piazza Tiananmen di Ai Weiwei nella sua mostra inaugurale aveva fatto molto discutere. Ora l’istituzione ha fatto un altro passo, ancora più drastico, rimuovendo l’immagine dal suo sito web. É infatti in atto una revisione del nuovo portale da parte delle autorità statali.
I politici pro-Pechino hanno accusato Study of Perspective: Tian’anmen (1997), che ritrae l’artista dissidente cinese che alza il dito medio in piazza Tiananmen a Pechino, di “diffondere odio contro la Cina” ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale del paese, che è entrata in effetto a Hong Kong lo scorso giugno.
Anche un altro lavoro di Ai, Map of China (2003), è stato rimosso dal sito. La scultura, una mappa 3D del paese realizzata col legno recuperato dai templi demoliti della dinastia Qing, vuole celebrare la diversità culturale ed etnica della Cina. La scultura e la fotografia fanno parte della M+ Sigg Collection, un’importante raccolta d’arte cinese donata al museo dall’imprenditore svizzero Uli Sigg.
Entrambe le immagini, visibili nella versione beta del sito Web della collezione M+, non sono più disponibili da quando il sito finale è stato pubblicato il 10 agosto.
Molte altre immagini delle opere di Ai Weiwei sono invece ancora accessibili sul sito web, tra cui Still Life, un’installazione composta da migliaia di assi dell’età della pietra, così come altri lavori appartenenti alla “Study of Perspective”, tra cui Bundeshaus Bern (1999) e White House (1995).
L’artista ha quindi evidenziato il trattamento incoerente della serie: «Perché M+ non mostra Tian’anmen ma mantiene la White house?»
Oltre alle due opere di Ai, dal sito sono stati rimossi altre opere della collezione M+. Tra queste alcune opere di Kacey Wong, noto per la sua arte politicamente impegnata e per l’esilio a Taiwan che si è recentemente imposto. Tuttavia, alcune opere che potrebbero essere considerate ugualmente politicamente sensibili, come la serie fotografica China After Mao di Liu Heung-Shing e le immagini che ritraggono l’estate del 1989 a Pechino dopo la repressione di Tiananmen, sono tuttora accessibili.
Il museo di prossima apertura ha dichiarato che la digitalizzazione della sua collezione di 8.000 oggetti «è uno sforzo continuo» e che la collezione «sarà aggiornata periodicamente man mano che nuove opere, informazioni e diritti di proprietà intellettuale diventeranno disponibili».