Online, dal 15 al 22 settembre, Sotheby’s commemora il bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte con un’asta dedicata all’Imperatore la cui straordinaria parabola esistenziale continua a affascinare anche a duecento anni dalla sua scomparsa.
La vendita offre un’ampia panoramica della figura del condottiero, con opere che abbracciano due secoli di storia dell’arte e si declinano in ogni forma: scultura, argenteria, mobili, porcellane, gioielli, fotografia, nonché cimeli dell’imperatore e dei suoi cari; il tutto spaziando dall’Ottocento all’arte contemporanea.
É inevitabile per un generale – che a trent’anni trionfava su tutti i campi di battaglia e a soli 35 anni diventava Primo Console e Imperatore di Francia – essere ricordato principalmente per la sua abilità militare. Però, Napoleone fu anche fine intenditore, con una forte comprensione del potere politico dell’arte e della sua simbologia. Il suo regno fu caratterizzato da una politica culturale lungimirante e da grandi sforzi artistici volti a glorificare la propria immagine e costruire la sua leggenda per i posteri. Pensiamo per esempio ai momenti epici rappresentati nelle opere di Jacques-Louis David, Jean-Auguste-Dominique Ingres, Antoine-Jean Gros e Anne-Louis Girodet. La stessa ambizione si rifletteva anche nell’architettura, con l’opulenza e la solennità dello stile romano-imperiale che tornò in voga in tutta Europa.
Highlight
La storica ascesa di Napoleone è un mito che continua ad affascinare le nuove generazioni. Lo possiamo cogliere, sul mercato dell’arte, nei notevoli prezzi con cui le opere o i cimeli relativi al suo regno si presentano all’asta. L’incanto di settembre è quindi l’occasione giusta per ripercorrere la straordinaria vita di Napoleone attraverso alcune centinaia di lotti.
Tra i lotti più entusiasmanti della vendita c’è un emblematico bicorno, il cappello a cui è indissolubilmente legata l’immagine di Napoleone. Sono stati solo diciannove i bicorni certificati come appartenuti all’Imperatore: il nostro è uno di questi. Secondo le ricostruzioni, l’esemplare di bicorno ha viaggiato con Napoleone durante la trionfante campagna del 1807; si pensa addirittura l’abbia indossato durante la firma dei trattati di Tilsit che hanno ripartito l’Europa in diverse zone di influenza francese e russa. Acquistato nel 1814 dal politico Sir Michael Shaw Stewart, il cappello è stato portato ad Ardgowan, in Scozia, e tramandato di generazione in generazione fino ad oggi (stima: €400.000 – € 600.000).
Tra gli altri cimeli, l’asta include una maschera mortuaria basata su un calco originale realizzato il 7 maggio 1821 (dunque due giorni dopo la morte di Napoleone) dai medici Arnott e Antommarchi sull’isola di Sant’Elena. Altre versioni di questo calco sono in mostra al Metropolitan Museum of Art di New York City e al Palais Fesch in Aiaccio. Questo affascinante cimelio pare sia appartenuto alla famiglia del conte Francesco Mattei, parente del dottor Antonmarchi. Dopo la morte del conte, la maschera fu acquistata all’asta dall’antiquario Giovanni Pratesi, dal quale l’ha prelevata l’attuale proprietario (Stima: € 10.000-15.000).
Tra gli altri oggetti personali di Napoleone troviamo una spilla smaltata a forma di fiore che racchiude una ciocca di capelli di Napoleone (stimata a € 5.000-7.000). Una seconda ciocca (stimata in € 6.000-8.000) è stata ritrovata tra i doni offerti a William Poppleton, un ufficiale di Longwood House, residenza di Napoleone in esilio. Il maggiore Poppleton ricevette anche la tabacchiera dell’imperatore (stimata in 12.000-15.000 euro) e alcuni gioielli e regali per sua moglie. Dopo la sua morte, questi manufatti sono rimasti nella sua famiglia fino ad ora.
Sarà poi offerta ancora un’altra ciocca di capelli di Napoleone, contenuta all’interno di un medaglione a forma di stella a dieci punte, già nella collezione dello statista e diplomatico francese che servì come ministro degli esteri sotto Napoleone I, Jean-Baptiste Nompère de Champagny, duca di Cador (stimato in €12.000-20.000).
Due dei lotti più preziosi all’incanto appartenevano invece al fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte, che divenne re di Napoli (1806-1808) e poi Re di Spagna (1808-1813): una spada risalente al suo Regno napoletano (Stima: €250.000 – € 350.000) e un servizio di sei piatti in porcellana (stima: €25.000 – € 35.000).
Belle Arti
La vendita propone un importante dipinto di James Ensor, Les remords de l’ogre de Corse, circa 1890-91, una delle numerose opere dell’artista raffiguranti la battaglia di Waterloo. In questa occasione Ensor decide di ritrarre il sardonico addio di Napoleone alle sue truppe. Raffigura un imperatore sconfitto in una luce poco lusinghiera, sfilando davanti a soldati i cui sguardi sono già lontani. Sullo sfondo, la bandiera reca i dettagli del suo grande fallimento (Stima: €400.000-€ 600.000).
Tra le opere d’arte contemporanea ci sono due fotografie di Yan Morvan tratte dalla serie Champs de Bataille, risultato di dieci anni di monumentale ricerca storica in cui ha ripreso con una telecamera i più grandi campi di battaglia della stori. Una raffigura Austerlitz, l’altra Berezina, entrambi luoghi di grandi battaglie napoleoniche (stima: €4.000-€ 6.000 ciascuno).
L’asta comprende inoltre una scultura di Jean-Léon Gérôme, Bonaparte entrant au Caire, 1900 circa (Stima: €30.000 – € 40.000). Prima di una serie di storiche sculture equestri realizzate da Gérôme alla fine degli anni 1890, l’opera fu presentata per la prima volta al Salon del 1897. Il modello da 53 cm riscosse un grande successo popolare, dimostrando un rinnovato interesse per la personalità di Napoleone tra la borghesia francese.
Arte decorativa
A guidare la selezione di argenti ci sono un paio di grandi coppie di candelabri d’argento a cinque candele recanti lo stemma di Girolamo Bonaparte, re di Vestfalia, realizzato da Biennais a Parigi – orafo dell’imperatore – per il suo matrimonio con Catherine de Würtemberg il 22 aprile 1807 (stima: €80.000 – € 120.000).
Una grande caffettiera in argento dorato di Jean-Baptiste-Claude Odiot porta il cappotto d’arme di Laetitia Bonaparte, madre dell’imperatore. Grande appassionata di oreficeria, la madre di Napoleone era un’appassionata collezionista di argenteria, e per tutto il regno di suo figlio si acquistò esclusivamente da Odiot (Stima: € 15.000-20.000).
La vendita comprende inoltre un calamaio d’argento donato da papa Pio VII al Barone de Gérando, probabilmente utilizzato per la firma del Concordato del 1801 (Stima: €6.000-€ 8.000). Tra le offerte ci sono poi alcuni doni che l’Imperatore ha fatto alla sua famiglia o alle persone che hanno lavorato a stretto contatto con lui. Tra questi sei piatti in porcellana di Sèvres. che furono donati all’arcivescovo di Rennes per festeggiare il matrimonio della figlia adottiva di Napoleone, la principessa Stéphanie de Bade, nel 1806 (stima: € 25.000-35.000 euro).