Il Castello Sforzesco di Milano presenta nella Sala della Balla la mostra Sculture lignee a confronto dalle città ducali di Vigevano e Milano, a cura di Claudio Salsi. Dal 21 ottobre 2021 al 16 gennaio 2022.
Concepita come naturale prosecuzione della rassegna espositiva Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento (Parigi 2020 – Milano 2021). La mostra si concentra sulle sculture lignee policrome di area lombarda, proponendo un duplice focus sul Compianto di San Dionigi e sull’Ancona di San Giuseppe provenienti da Vigevano.
Le sculture, recentemente oggetto di interventi di restauro, si presentano decontestualizzate dal loro ambiente originario. Ciò consente una serie di confronti con alcune opere del Castello Sforzesco, come le figure dal disperso Compianto dalla chiesa milanese di Santa Maria Bianca in Casoretto, accostate per l’occasione alle sculture vigevanesi.
La collocazione entro il percorso museale del Castello Sforzesco di Milano favorisce inoltre il dialogo con la collezione permanente esposta presso il Museo dei Mobili e delle Sculture Lignee (Corte Ducale), una delle maggiori raccolte di sculture lombarde del Rinascimento, e con gli Arazzi dei Mesi Trivulzio.
La mostra
I due gruppi scultorei – Compianto di San Dionigi e Ancona di San Giuseppe – sono entrambi di imponenti dimensioni e presentano ancora tracce di una policromia antica. Conservano quindi interamente quella capacità di comunicazione emotiva che contraddistingue la scultura lignea lombarda rinascimentale.
Il Compianto di San Dionigi a Vigevano è stato accostato negli anni passati all’opera del Maestro dei Compianti, un anonimo scultore di cultura artistica lombarda a cui sono state attribuite anche tre statue conservate oggi nella collezione del Castello Sforzesco di Milano, per l’occasione poste a confronto.
L’Ancona di San Giuseppe dalla chiesa della Madonna dei Sette Dolori di Vigevano era opera finora poco nota. Le sue ingenti dimensioni e la collocazione in chiesa a notevole altezza da terra hanno fino ad oggi impedito di apprezzare la qualità del modellato e di avanzare una ponderata valutazione stilistica e attributiva.
Il recentissimo restauro, ha permesso di rilevare le notevoli finezze nell’intaglio e nella decorazione policromata con largo uso della tecnica del graffito su tempera ed oro. L’ancona risulta essere il frutto del lavoro dei maggiori artisti dell’epoca: ai fratelli De Donati si attribuiscono le due statue di Giuseppe e Maria, mentre a Giovanni Angelo e Tiburzio del Maino e ai loro collaboratori si assegna l’esecuzione delle scene narrative e dei profeti, oltre alla carpenteria e quindi all’ideazione architettonica.