Fino al 30 gennaio 2022, Palazzo Cipolla a Roma ospita la mostra Quayola. Re-coding. La prima mostra monografica per l’artista, Davide Quayola, nella sua città natale, che ripercorre la sua intera produzione dal 2007 al 2021. Un viaggio immersivo nell’arte computazionale di uno degli esponenti più affermati della media-art a livello internazionale.
È Palazzo Cipolla a Roma a fare da cornice alla prima mostra monografica europea di Davide Quagliola (Roma, 1982), in arte Quayola, esponente della media-art. Curata da Jérôme Neutres e Valentino Catricalà, la mostra presenta un panorama completo della creazione dell’artista, con opere realizzate tra il 2007 e il 2021, attraverso un viaggio immersivo nei principali temi della sua arte computazionale. La mostra – che segue non solo un ordine cronologico, ma anche tematico – si sviluppa, infatti, in tre sezioni: iconografia classica, sculture non finite e tradizione della pittura di paesaggio.
Avvalendosi di sistemi robotici di intelligenza artificiale e stringhe di codice generativo, Quayola ricodifica la storia dell’arte attraverso una nuova prospettiva, utilizzando un linguaggio innovativo capace di riflettere la sua visione poetica del mondo digitale. L’artista esplora le infinite possibilità di formalizzazione dell’idea creativa attraverso la moltitudine di opportunità che la tecnologia gli offre. Il processo di ricerca diventa così la base dell’opera d’arte stessa.
Dalle parole dell’artista comprendiamo come la tecnologia sia una componente fondamentale del suo lavoro, non solamente come strumento di realizzazione delle sue opere, quanto piuttosto come tema cardine, che indaga la nostra relazione con la tecnologia e come essa sta cambiando il nostro modo di vedere il mondo. Quayola si chiede “Può essere un’opportunità, questo nuovo modo di vedere il mondo mediato dalla tecnologia, per scoprire nuovi linguaggi e nuove estetiche?”.
L’arte di Quayola è una riflessione sulla nostra storia e sull’archeologia della nostra cultura tecnologia e scientifica, al fine di rianalizzarla attraverso le tecniche scientifiche di oggi. Inoltre, Quayola non ha mai smesso di rapportarsi con la storia dell’arte. L’area tematica della mostra dedicata alle iconografie, infatti, approfondisce il rapporto dell’artista con i maestri rinascimentali e barocchi, che rappresentano per lui dei punti di partenza. Non lavora per ricreare, scomporre o per capire aspetti dell’opera del passato non compresi prima a livello scientifico o storico. Quayola usa la media-art come opportunità di un nuovo modo di osservare qualcosa a noi molto familiare.
Una sala del percorso espositivo è interamente dedicata alla scultura. Scultura che Quayola realizza attraverso l’uso di bracci robotici e attraverso la creazione di software per sculture robotiche. Le sue sculture si ispirano alla tecnica michelangiolesca del non finito, che, nelle parole del curatore Catricalà, è il tema catalizzatore della mostra. Non finito, che nell’arte di Quayola si trasforma nell’idea di flusso e di qualcosa che non ha la sua forma finita e definita totalmente. Infine, la mostra si conclude con la sezione dedicata alla natura. L’artista non ricorre a filtri già precostituiti, ma crea lui stesso i codici che rendono possibile la realizzazione delle immagini che noi vediamo. Il codice diventa lo strumento di sperimentazione nell’arte di Quayola, che si sostituisce ai colori e ai materiali con cui gli artisti sperimentavano nel Rinascimento.
Con i lavori mediali di Quayola, esposti a Roma, assistiamo a un neobarocco che cerca di andare in profondità – nell’epoca della spettacolarità e della pervasività delle immagini – per lasciarci una dimensione spirituale e razionale al tempo stesso, che possa aiutarci a vivere le nostre vite in modo più cosciente.
Informazioni
Palazzo Cipolla – Via del corso, 320 (Roma)
Quayola. Re-coding 29.09.2021 – 30-01-2022
