«Si spera che chi vede, veda oltre il fatto oggettivo sotto i suoi occhi, e lo trascenda. […] L’altrove sta nella storia comune a tutti, attraverso i passaggi che tutti incontriamo prima o poi: la nascita, la morte, la violenza, il ritrovarsi parte della natura»
Apre il 2 dicembre da A arte Invernizzi la mostra dedicata all’artista italo-americano Salvatore Scarpitta (1919-2007) ideata da Günter Umberg insieme a Luigi Sansone. Aperta al pubblico fino al 17 febbraio 2022, raccoglie 30 opere che raccontano la ricerca di Scarpitta dagli esordi fino al 1992.
Nato a New York nel 1919 da padre siciliano, Salvatore Scarpitta cresce a Los Angeles e si trasferisce in Italia per studiare arte nel 1936. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, presta servizio presso la Marina militare degli Stati Uniti, dove partecipa alla missione di recupero delle opere rubate dai nazisti. I suoi lavori, che spaziano dall’Arte Povera all’Arte Astratta, includono spesso la tecnica della “fasciatura”, ma anche l’utilizzo di svariati materiali, come il legno e il bronzo.
La mostra offre una visione inedita della sua produzione con opere come Senza titolo (1957) e Senza titolo (1958), che bene segnano il passaggio dell’artista da una pittura materico-espressionista a una nuova figurazione. Presenti nel percorso, al primo piano della galleria, opere come Autoritratto in bronzo (1941), At Leo’s N.Y.C. (Annuncio mostra a N.Y.) (1965) e Face Stalker (1992), ma anche Gunner’s Mate (1961) e Sal Is Racer (1985), fotogrammi estratti da uno dei video in cui Scarpitta, grande appassionato di corse automobilistiche, compare nei panni del pilota.