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Atmosfere islandesi, spatriati e “cose perdute”. Una decina di libri per l’autunno

Pioggia, primi freddi e un po’ di nebbia sono il clima ideale per prepararsi una cioccolata calda e mettersi a leggere un libro sul divano. Ecco una decina di libri che potrebbero assolvere egregiamente al compito.

L’uccello nero – Gunnar Gunnarsson (Iperborea)

Gunnar Gunnarson, plurinominato al Nobel e forse il più noto scrittore islandese, pubblicò “L’uccello Nero” nel lontano 1929. Ispirato a un fatto realmente accaduto, questo libro è considerato il capostipite del poliziesco scandinavo. Diciamo anche subito che si tratta di uno dei romanzi preferiti di Hemingway che subiva il fascino dei noir nordico. In questo caso per via di un misterioso villaggio dell’800 in cui scompaiono misteriosamente i rispettivi partner di una coppia di sospetti amanti. Non ci sono prove per accusarli ma tra indagini ufficiali e pettegolezzi il compito di farli confessare è affidato a un giovane e inesperto cappellano locale.

Storia aperta – Davide Orecchio (Bompiani)

Lo scrittore, attraverso l’alter-ego del padre, il profilo dello storico Pietro Migliorisi che insegue da diversi romanzi, traccia una storia personale che si intreccia con la grande storia del secolo breve. Il fascismo e l’adesione senza convinzione, la guerra, la resistenza, il non facile passaggio al comunismo e tutto quello che seguì. I personaggi sono fittizi e reali, famosi e sconosciuti, la memoria personale si disperde in 20 anni di letture sul tema e fra gli scritti del padre come poesie e articoli giovanili.

L’amore muto e altri racconti – Pia Rimini (Readerforblind)

Tornano in libreria i racconti di Pia Rimini, la scrittrice triestina degli anni Venti “dal fresco e incantato erotismo”, nota all’epoca quanto Saba e Svevo ma prematuramente scomparsa ad Auschwitz. Ognuno dei 18 racconti è una testimonianza sociale di donne “spremute”, madri affaticate, ma anche giovane bramose di desiderio. La prefazione di Giulia Caminito va a sottolineare la specialità di questa raccolta tutta tesa a esaltare la vita delle donne dell’epoca, i sentimenti (“la gioia, a volte, fa più male del dolore”) , i loro diritti (spesso violati) e le loro storie all’ombra del secolo breve.

Camilla, la Cederna e le altre – Irene Soave (Bompiani)

Camilla Cederna ha raccontato un’epoca tra grandi fatti di cronaca e fattarelli più leggeri. Nel raccogliere gli articoli pubblicati tra il 1939 e il 1991 Soave fa emergere anche il ritratto di una instancabile cronista immersa in un mondo di cronisti. Quando senza un uomo sei una zitella, quando le redazioni avevano solo i bagni per i maschi, quando il tuo lavoro non piace e vieni chiamata “merlettaia”. Sono le giornaliste dell’epoca a cambiare il sistema e ad accorgersi della rivoluzione in atto: quella delle donne.

Spatriati – Mario Desiati (Einaudi)

La cittadina e la metropoli, due poli opposti per possibilità e ambizioni, dove perfino etica e sentimenti hanno declinazioni diverse. Mario Desiati sceglie di ritrarre entrambi gli scenari, la provincia italiana del sud ma anche Milano e Berlino, i posti dove succedono le cose. Ci offre così un netto contrasto che gioca un inevitabile ruolo nell’evoluzione dei due protagonisti del libro e nel loro rapportarsi con gli altri. Claudia e Francesco, sono gli spatriati, quelli per cui “esisteranno sempre frontiere da onorare”. Quelli che si dividono tra coloro che se ne sono andati e non tornano più e quelli che poi tornano. Ma gli spatriati sono anche i diversi, gli irregolari, i liberati.

Il segreto dello speziale – Sarah Penner (Harper Collins)

Nel 1791 dietro a un muro in un ripostiglio su Bear Alley un misterioso speziale aiuta chi non può a farsi giustizia. Si nasconde dietro uno spioncino per una buona causa: le potenti erbe sono progettate per aiutare a raddrizzare un torto quando non si potrebbe fare altrimenti, specialmente in un’era in cui le donne non potevano semplicemente andarsene da mariti, padri, fratelli o datori di lavoro violenti. Una storia d’altri tempi ma che riesca a parlare alla nostra.

“Gli ultimi giorni del potere imperiale” – Alexander Blok (Neri Pozza)

Igor Sinibaldi riunisce in una pubblicazione per Neri Pozza due testi strettamente connessi. Il primo è “I dodici” il romanzo che ha fatto odiare Alexander Block dall’intelligencija russa che lo considerava un traditore, e dai bolscevichi per cui era un opportunista. L’altro, “Gli ultimi giorni del potere imperiale”, è un resoconto puntuale della fine della Russia zarista. La summa del suo lavoro da cronista ma anche l’ultima sua opera. Morirà infatti tre anni dopo dicendo addio a quella patria che lo «ha mangiato come uno stupido maiale mangia il suo porcellino».

Inventario di alcune cose perdute – Judith Schalansk

«È più terrificante: l’idea che tutto finisca, o il pensiero che potrebbe non farlo»? Se lo domanda Judith Schalansky che riflette sulla poetica degli oggetti perduti, passando dai dipinti agli attori fino a includere le isole, in un mix di storia, immaginazione e dettagli. Una poesia di Saffo di cui ci è arrivata solo qualche parola, un film dimenticato di cui conserviamo solo qualche fotogramma ma anche il dipinto distrutto di Greifswald Harbour di Caspar David Friedrich. Un viaggio a ritroso tra possibilità e paradossi per non dimenticare le cose perdute.

La balena alla fine del mondo – John Ironmonger (Bollati Boringhieri)

Un giovane viene trovato nudo e privo di sensi su una spiaggia della Cornovaglia. Viene soccorso ma proprio il giorno successivo una balena si arena nello stesso punto. Ma ciò che gli abitanti del villaggio non sanno è che l’uomo che hanno salvato è fuggito dalla City di Londra temendo un crollo mondiale della civiltà, una previsione di Cassie (nomen omen!), un programma per computer da lui progettato. Nel crescente disastro mentre le fragili connessioni che sostengono il nostro mondo crollano, la città diventa un’Arca mentre Joe e la gente del posto chiudono i confini e lottano per sopravvivere. La narrazione si intreccia tra passato e presente, Londra e Cornovaglia, creando una tensione che vibra sotto i tentativi di Joe di far fronte all’imprevedibilità della natura riscoprendo la connessione umana.

Le scrittrici della notte – Lipperini (Il Saggiatore)

Dalla favola allegorica “positivista” di Marchesa Colombi agli spettri simbolici di Matilde Serao. La scrittrice Loredana Lipperini cura un’antologia di racconti gotici e fantastici di alcune scrittrici italiane. La scelta comprende autrici comprese tra gli anni ottanta dell’Ottocento e l’inizio del ventunesimo secolo. Mary Shelley con il suo Frankestein non è stata un’eccezione e questa raccolta intende ridare lustro a un genere un po’ bistrattato soprattutto se declinato al femminile. Non per niente uno dei racconti all’interno è di Grazia Deledda che vinse il Nobel nel 1926.

Anche questo è femminismo – Bossy (Tlon) 

Biancamaria Furci e Alessandra Vescio; insieme a Irene Facheris mettono insieme una serie di contributi grazie all’aiuto di varie personalità del mondo femminista. Un coro di voci differenti ma unisone che ci parla di intersezionalità. Di abilismo e fat shaming, di omolesbobitransfobia, di mascolinità tossica, ma anche dello sfruttamento dei lavoratori e della mancata rappresentazione di alcune persone al cinema e in tv. Tutti temi poco indagati ma che meritano attenzione per  riportare e modificare lo stato attuale delle emarginazioni. Tra tappe storiche e incursioni d’attualità, esperienze personali e di terzi, il libro prova a mostrare come il femminismo attuale sia impegnato a opporsi ad ogni forma di oppressione.

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